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Sestri: Andrea Vulpani, il pianista classico che suona rock e De André

Andrea Vulpani, 40 anni tondi tondi, è uno dei pianisti più conosciuti del Levante. Ha iniziato a studiare pianoforte verso i 5-6 anni, quando ancora abitava a Varese Ligure; ora sono venticinque anni che vive a Sestri Levante. Benché il suo sia un percorso di studi classico – si è diplomato al Conservatorio Giacomo Puccini di La Spezia – già da ragazzino Andrea si è avvicinato a tanti generi musicali, cosa che nel corso del tempo è diventata la sua caratteristica che lo contraddistingue come musicista e pianista. Una caratteristica non comune, poiché nel mondo della musica si trovano jazzisti, musicisti di musica classica, “ma suonare bene più generi musicali è quasi come suonare uno strumento”, per usare le parole di Vulpani stesso, a cui piace molto trovare la bellezza, e le relative difficoltà, in ambiti diversi. A conferma di ciò, da qualche anno Vulpani insegna alle scuole medie De André di Casarza Ligure; a livello artistico collabora con musicisti e artisti che da anni lo chiamano a suonare in diversi concerti. In particolare, è di lunga data la sua collaborazione con il tenore chiavarese Davide Piaggio – con cui Vulpani suona musica lirica e ha tenuto spettacoli in tutta Italia, negli Stati Uniti e in Cina -, con il cantante Roberto Napolitano (in arte Napo), con cui partecipa agli omaggi a Faber e agli cantautori genovesi, con Angelo Minoli, cantante chitarrista, insieme al quale suona musica pop/rock e, infine, Sandro Giacobbe, big della musica leggera italiana. Con Andrea Vulpani abbiamo approfondito, tra gli altri aspetti, i generi musicali con cui si è cimentato, il suo ruolo nei gruppi e il significato di essere un artista oggi.

 

Perché hai scelto il pianoforte come tuo strumento? “Penso sia stato un fatto innato, anche perché da bambino non conoscevo nessuno che lo suonasse. Fu io a chiedere ai miei genitori di imparare a suonare il piano. È una cosa che devo aver avuto già dentro di me”.

Quali generi musicali suoni? “Tanti e diversi: musica classica e operistica, musica leggera italiana, rock. Ho suonato anche tanta musica funcky e negli anni ho partecipato a spettacoli di teatro-musica”.

Quale o quali sono i compositori con cui preferisci cimentarti? “Nella musica classica Chopin, in quella operistica adoro Puccini. Mi piacciono tutti i grandi cantautori italiani”.

Cosa pensi offra la musica classica ai ragazzi di oggi? “La musica classica è molto distante dal mondo della musica di oggi; penso comunque che abbia tanto da offrire ai ragazzi. È compito di noi adulti (genitori, insegnanti) dare loro l’occasione di scoprire e apprezzare la musica classica. A scuola, quando gli è permesso di conoscerla, ne rimangono affascinati. Sicuramente però non è un tipo di musica che possono scoprire da soli”.

Come ti prepari per un concerto? “Dipende dal tipo di concerto. In genere vi vuole sempre tanto studio. Anche se sul piano tecnico sono in grado di suonare tutto ciò che mi propongono, ogni concerto è una nuova avventura nuova quando ci si trova di fronte a un repertorio nuovo. La base è lo studio, la conoscenza del repertorio e poi ripetute prove con gli altri musicisti. Come in altre realtà, nel mondo della musica c’è uno studio continuo, non si finisce mai di studiare e imparare”.

Ti sei mai esibito insieme a un’orchestra o una band? “Numerosissime volte e in varie situazioni. In passato ho fatto pezzi solistici e per pianoforte e orchestra, suonando musica operistica. Ho avuto tante collaborazioni con le società fisarmoniche della zona, di Sestri, Lavagna e Santa Margherita. Sono band le formazioni degli artisti con cui collaboro: è il caso di Napo, Minoli e Giacobbe. Ho suonato anche in band che oggi non esistono più, tra cui gli Overoots”.

Qual è il ruolo di uno strumento come il pianoforte in un’orchestra? “Il più delle volte il pianoforte o è solista o è suonato insieme ad un’orchestra. A me è capitato tante volte di completare parte dell’organico di una formazione, che risultava carente di alcuni strumenti. L’estate scorsa con la Filarmonica di Santa Margherita ho suonato tutto Morricone: mi hanno chiamato perché nei pezzi era previsto il pianoforte. Nelle orchestre il pianoforte non è un elemento fisso, il pianista viene chiamato se il repertorio lo richiede”.

Cos’è la musica per te? “Innanzitutto la musica mi tiene vivo, mi procura sempre piccole o grandi sfide, perché ogni esibizione spesso non è uguale alla precedente. La musica è bellezza, fa stare bene tutti, a prescindere dal genere che si ama. È un elemento essenziale nella vita. La amo per questo”.

Qual è il ruolo dell’artista nella società civile contemporanea? “Il ruolo dell’artista è un ruolo difficile, lo è sempre stato. Adesso, pensando al panorama musicale nazionale, è ancora più difficile perché di musica ne è stata scritta tantissima e questo comporta che la ricerca di qualcosa di originale e di bello sia molto difficoltosa. A livello generale l’artista ha sempre avuto il compito di far sognare, di far sentire bene il proprio pubblico”.