'Santa': le opposizioni e il "miraggio" dell'unità. Sarà la volta buona? - LevanteNews
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Secondo radio urne, trattative riaperte fra brunetti e caversazio

‘Santa’: le opposizioni e il “miraggio” dell’unità. Sarà la volta buona?

Generico marzo 2024

Mentre si attende l’ufficializzazione della candidatura di Emanuele Cozzio (considerati i tempi che ci dividono dalle elezioni non dovrebbe tardare), Radio Urne sposta il focus sull’opposizione. Sarebbero infatti ripresi i colloqui fra Guglielmo Caversazio e Fabiola Brunetti per giungere a un accordo fra i relativi gruppi; accordo agognato da chi pensa che anche in politica uno più uno faccia due. Nulla di ufficiale – almeno per il momento – trapela, ma tra i fautori del “s’ha da fare” si respira un certo ottimismo. A ragione? Difficile dirlo.

Dopo le annunciate candidature a Sindaco da parte dei due consiglieri di minoranza, che in questi mesi non si sono risparmiati nell’incontrare i cittadini, aprire i rispettivi point e pungolare a turno l’amministrazione in carica, è scesa una singolare calma. Anche online, da sempre terreno fertile per entrambi. L’ultimo aggiornamento sulla pagina facebook dell’Alternativa per Santa risale al 20 febbraio, mentre il profilo di “Fabiola Brunetti Sindaco” non viene aggiornato dal 10 dello stesso mese, quando la candidata ha attaccato l’amministrazione sull’ex ospedale.

Le variabili che pesano su questa tornata elettorale sono diverse. In primis, l’applausometro dell’amministrazione Donadoni, difficilmente misurabile come hanno dimostrato le ultime elezioni: i social e i bar sono un pessimo termometro, perché se il “mugugno” sa far rumore, il consenso verso chi governa predilige il silenzio. Dopo 10 anni si può tuttavia ipotizzare un “calo di tensione” fra Giunta e città, una fisiologica apertura al cambiamento che Cozzio non dovrà sottovalutare. In secondo luogo, se intesa sarà, la capacità dei due gruppi di opposizione di diventare “uno”, scongiurando il rischio che l’elettore valuti l’eventuale accordo più un’operazione elettorale che un sincero sforzo di addivenire a un’unità politica nell’interesse della città e del suo buongoverno. In terzo, sempre lato “minoranza”, la fuoriuscita di consensi da parte di chi vincola il proprio voto all’indicazione di solo uno dei due candidati papabili. In quarto, benché tutti rivendichino la natura civica e “aperta” delle rispettive formazioni, il rischio di polarizzazione politica sulla base di quello che è il “posizionamento percepito” degli aspiranti sindaci sullo scacchiere nazionale: non è infatti trascurabile il fatto che Santa Margherita sia da sempre un feudo di centro-destra.

In ultimo – elemento decisivo per convincere indecisi e potenziali astenuti – la costruzione della leadership nel corso dell’imminente campagna, cioè la capacità dei singoli candidati di interiorizzare modi, tempi e linguaggi di chi aspira a una posizione apicale e – ça va sans dire – l’indice di identificazione dei rispettivi gruppi con il loro – o la loro –  leader.