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In scena bambini, insegnanti, studenti, professori

Sestri: “Odissea…nel Mondo”, protagonista l’Istituto Comprensivo

Generico maggio 2024

Da Stefania Verduci, prof. Istituto Comprensivo Sestri Levante

“Si chiamano emozioni e fanno parte dell’essere umano…”

Venerdì 24 maggio 2024 – Grande successo per la Vª edizione del Progetto format “Creo, suono e canto”, quest’anno intitolato “Odissea…nel Mondo”, dell’Istituto Comprensivo di Sestri Levante. Protagonisti bambini della Scuola d’Infanzia e Primaria con i loro insegnanti e gli studenti della Scuola Secondaria con i loro professori.

Uno spettacolo, quello di questo anno, che usa ancora di più un linguaggio multicodice, multidisciplinare e che ha intrecciato parole e gesti, musiche e atmosfere, pensieri ed emozioni, passato e presente, vero e finto: il tutto per
gridare a gran voce la nostra Umanità.
Certo, il “fare teatro”, l’aspetto più importante, ha avuto la durata di un intero anno scolastico, in cui la partecipazione dei ragazzi, dei bambini e dei docenti tutti, in termini di impegno, dedizione, puntualità, responsabilità è stata vivida e
costante. Prova dopo prova si costruisce e prende forma l’idea e, nella concretezza dell’esserci, si da solidità al progetto raggiungendo una forte intesa, aspetto imprescindibile per la riuscita. Anche questo è far scuola.

La storia in breve: un gruppo di Alieni, persisi nello spazio, atterrano sulla Terra e incontrano gli Umani. Sono giovani, si parlano e si capiscono, vincendo ovvi pregiudizi frutto della paura: alla fine gli ospiti saranno guidati alla scoperta del
nostro bellissimo pianeta e delle sue risorse naturali ed etnologiche.
In un tour virtuale, specchio di uno più interiore e profondo, i due gruppi si confrontano, riflettono e scoprono la portata reale della esistenza sulla Terra che contempla, ed è possibile, solo grazie alle emozioni: esse danno pienezza alla Vita
dell’essere umano a prescindere dalle culture di appartenenza, come dimostra il viaggio attraverso tutti i continenti.

Lo spettacolo è stato il frutto della “compagnia” tutta intera, dove ognuno è assolutamente indispensabile e rende ciò che fa unico nel suo genere. Sul palco e dietro le quinte, si vive infatti a infiniti livelli: c’è l’esperienza occasionale e quella
finna, e il buon artigianato delle scenografie, c’è l’attività commovente della recitazione e l’armonia dei suoni e dei tempi. Insomma, lo spettacolo vive al plurale e acquista respiro, valore e senso con il contributo di ciascuno singolarmente e del gruppo nella sua totalità.
C’è anche bisogno di coesione, di stare bene insieme e di un obiettivo comune, chiaro nella mente di tutti: comunicare un’idea, un messaggio di valore.

Un’ultima sfaccettatura: la ricerca della Bellezza, attraverso queste esperienze, da molto presenti nell’Istituto, tendono ad affinare gli animi degli studenti, a orientarli, a costruire relazioni e a produrre benessere. Non è da poco.
Questo è quello che è stato vissuto e costruito durante tutte le settimane di lavoro.
Aver a che fare con i più piccoli e giovani è sempre un’esperienza fertile e generativa nonché un privilegio del mestiere di noi docenti.
E in questo hanno da sempre creduto le due responsabili dell’esperienza, le prof.sse Elisa D’Agnessa e Chiara Costa. Per costruire progetti di questo tipo ci vuole fiducia nel fattore umano e tanta professionalità, saper progettare agendo sull’intelligenza, sulle emozioni e sul vissuto dei ragazzi, usando metodologie propositive e anche provocatorie. Avere pazienza, equilibrio. La soddisfazione che si prova al termine del lavoro, ripaga di tutto.

Per i docenti che, a vario titolo, hanno partecipato al progetto era chiaro il senso di quella “fatica”: mettersi in gioco gratuitamente, porre al centro il lavoro sulla relazione che non guarda esclusivamente né al docente né allo studente, ma di entrambi si sforza di cogliere motivazioni, aspettative e potenzialità, favorendo l’instaurarsi di una comunicazione empatica, utile all’apprendimento e alle relazioni efficaci all’interno della scuola.
La scuola acquista credibilità in queste occasioni, soprattutto agli occhi dei ragazzi e di chi ha la mente aperta: la forza del sapere discilplinare, aspetto imprescindibile, da sola non può tutto nella prospettiva più ampia del fare scuola; apprendere a “contattare” le proprie sensibilità, i propri stili educativi e formativi è un impegno professionale continuo e doveroso.
Perché il giorno dopo, non appena ci si ferma a pensare all’esperienza vissuta, si avverte un fondo di nostalgia verso quei giorni e quelle persone?