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"una strada a ostacoli, una via crucis"

Lettere/ “Ruta, lavori troppo lenti; disagi e insicurezza a Bana”

Da Andrea Bozzo 

Da quasi un anno decine di famiglie di residenti sulle alture di Camogli sono costrette ad un calvario quotidiano per raggiungere i luoghi di lavoro o per portare i bambini a scuola.

Da luglio dell’anno scorso (ma i lavori erano iniziati già a fine maggio) gli abitanti delle vie Chiesa Vecchia di Bana, Costa di Bana, Via per Santa Maria e vie limitrofe sono costretti a scendere fin quasi a Rapallo per poi risalire a Ruta passando da Via De Gregori, allungando il tragitto per arrivare a Camogli di quasi tre chilometri.

Erano lavori alle tubazioni che nelle dichiarazioni della precedente giunta comunale sarebbero dovuti durare al massimo sei mesi, ma dopo quasi un anno non sono nemmeno giunti nemmeno a metà del percorso da compiere.

Fino ad oggi nessuno ha mai protestato, perché erano stati presentati come lavori di pubblica utilità, ma negli ultimi tempi il tragitto è diventato una vera e propria Via Crucis.

Giunti su Via De Gregori infatti (percorso obbligato come detto) ci si imbatte in un altro cantiere, con camion e ruspe che bloccano ricorrentemente la strada (Foto).

Superato, a fatica, questo ostacolo si giunge poi all’imbocco di Via XXV Aprile (Foto), dove per altri lavori in corso, questa volta privati, si è allestita l’area di cantiere in prossimità dell’incrocio, con camion che anche qui bloccano periodicamente la strada ed impediscono la visibilità e le manovre in sicurezza.
Mezzi superiori alle 15 tonnellate che passano su strade costruite su muri di fascia, con tutte le conseguenze immaginabili.

Sarebbe, forse, interesse del Comune verificare se le gare d’appalto prevedevano delle penali per i ritardi nella consegna dei lavori.

L’unica cosa fatta finora è stata di mettere cartelli nuovi di chiusura delle strade, visto che i primi dopo tutto questo tempo si erano ormai scoloriti.

Ma sarebbe anche, sicuramente, nell’interesse di tutti, che qualche tecnico del Comune ogni tanto facesse un giro fino a Ruta per verificare le norme di sicurezza in tutti questi cantieri, visto che le più basilari norme di sicurezza sembrano essere completamente sconosciute, a cominciare dalle dotazioni personali degli operai.

Probabilmente, visto che siamo una località balneare, qualcuno pensa che si debba lavorare sopra un ponteggio, sopra un dirupo o tagliare il ferro col flessibile in pantaloncini, maglietta e infradito.

E’ inutile stracciarsi le vesti, rilasciare comunicati di cordoglio o colorare le panchine per le morti e gli infortuni sul lavoro, se proprio gli enti pubblici non verificano come vengono svolti i lavori dalle ditte appaltatrici.
350 morti sul lavoro nei soli primi 5 mesi del 2024 dovrebbero cominciare a preoccupare tutti, istituzioni e cittadinanza.

 

 

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