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La figlia di carlo riva pretende un posto in prima fila

Rapallo: inaugurazione porto, un divertente dietro le quinte

Una bella festa organizzata non benissimo in alcuni momenti e quindi un po’ caotica: ma ciò che conta è che da oggi Rapallo ha di nuovo il suo porto turistico, con tutto quello che questo comporta per l’economia del territorio. Un fatturato da molti milioni di euro, ed è stato detto chiaramente. Inoltre il porto con le sue imponenti opere di difesa a mare, sarà importante anche per la sicurezza del centro abitato.

L’inizio della cerimonia era previsto per le 16 ma la zona del porto ha iniziato ad animarsi già dalle 15. Massiccia la presenza di forze dell’ordine, visto il calibro degli ospiti attesi: molte decine di uomini e donne di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale e marina militare.  Con motovedette in mare. Il primo ad arrivare è stato il sindaco Carlo Bagnasco, che per l’occasione è giunto con una berlina extralusso. Subito dopo sono arrivati il sindaco della città metropolitana Marco Bucci, il presidente del Senato Ignazio La Russa con una scorta personale massiccia, e infine il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Un po’ defilato Giuseppe Sala, sindaco di Milano: presente probabilmente per sottolineare lo stretto legame dei milanesi con Rapallo. Per la Regione c’erano anche il consigliere Domenico Cianci, che è proprio di Rapallo e l’assessore Giacomo Giampedrone, con delega ai lavori pubblici. Per le forze dell’ordine c’erano i vertici regionali e provinciali di polizia, carabinieri e guardia di finanza, con almeno quattro generali.

Dopo il raduno davanti alla nuova club house (che però non è stata mostrata al pubblico), c’è stato il taglio del nastro. Per un motivo abbastanza incomprensibile non  è stato deciso di  tendere il nastro in un luogo facilmente visibile da tutti e altrettanto simbolico, come la strada che permette l’accesso al molo principale: è stata scelta la prima banchina galleggiante, ovviamente stretta, su cui sono saliti La Russa e le altre autorità per il taglio del nastro. Vista la ressa di persone che rischiavano di cadere a mare, per quasi tutti non è stato possibile assistere materialmente al taglio del nastro. Nota curiosa: tra le persone che hanno cercato di avvicinarsi al nastro c’era anche la figlia di Carlo Riva. La scorta di La Russa ha tentato di fermarla, ma lei non ha sentito ragioni. “Mio padre ha costruito questo porto – ha detto – e se c’è una che ha diritto di esserci sono io”. Ovviamente hanno dovuto accontentarla.

Alle 17 è iniziata l’ultima parte della cerimonia, in una tensostruttura nuova di zecca allestita in testa al molo. C’erano almeno 400  persone, con tutti i vip in prima fila. Visto che le pareti trasparenti erano chiuse, la struttura si è trasformata ben presto in una specie di serra.

Per fortuna tutti gli interventi sono stati abbastanza rapidi. Davide Bizzi ha parlato a nome del consorzio di imprese che hanno realizzato l’opera. Per prima cosa  Bizzi ha mostrato le immagini della catastrofica mareggiata che nel 2018 distrusse il porto, scaraventando a riva 400 barche di ogni dimensione: un filmato che ha messo in rilievo la necessità di restituire un porto alla città e al contempo le difficoltà incontrate in questi sei anni per la ricostruzione. “Il costo generale della ricostruzione – ha detto Bizzi – è stato di oltre 70 milioni di euro, ma tutti reperiti nel privato: senza fondi pubblici”.

La Russa ha parlato a braccio. “Oggi avrei dovuto essere a Pescara per inaugurare la convention di tre giorni del mio partito – ha detto – ma ho scelto di essere qui, dove ho un sacco di amici. E non parlo dei candidati perché in campagna elettorale non si fa. Un tempo si diceva che l’Italia era il porto del Mediterraneo, a causa della sua posizione, e deve tornare ad esserlo. Un porto come questo è importante per chi parte e chi arriva, senza i porti il mare non sarebbe un luogo di interscambio di culture ed economie, ma solo una grande distesa d’acqua. Un porto come questo, nuovamente fruibile, segnerà la rinascita di tutto il territorio. E poi finiamola con questa storia che ai liguri non piacciono i milanesi. Sia io che il sindaco di Milano, che è qui con noi, abbiamo la casa a Zoagli: anche se lui è in una zona da ricchi perché è di sinistra”.

“Non è vero che i liguri detestano i milanesi – gli ha fatto eco Giovanni Toti – Durante il Covid c’è stata una collaborazione molto proficua, e oggi la Liguria è una regione che sta crescendo più di altre avendo proprio Milano come modello di riferimento. Non si può crescere con le sovvenzioni statali e basta. Bisogna essere affidabili per le imprese che vengono ad investire qui. Sono le imprese a muovere l’economia. Questo porto garantirà 200 posti di lavoro al suo interno, e a cascata ci sarà un indotto che riguarderà centinaia di aziende e quindi il lavoro di migliaia di persone”.

Bucci ha ricordato che la posizione strategica del porto di Rapallo è tale da assicurare benefici per tutto il territorio. Bagnasco ha svelato i retroscena della ricostruzione.

“Ho fatto oltre 400 incontri con gli avvocati – ha detto – Gli ostacoli legali per la ricostruzione sembravano insormontabili, in una giunga di normative in continuo mutamento. E’ stato un problema burocratico anche solo rimuovere ciascuna delle centinaia di barche spiaggiate. Ci hanno detto che sei anni sono troppi per ricostruire un porto: in realtà si tratta di un tempo da record. E siamo riusciti a farlo un mese prima delle elezioni, tanto meglio!”

In chiusura ha parlato un architetto, a nome dei moltissimi specialisti che hanno realizzato l’opera. “Per darvi un’idea della complessità e importanza di questi lavori – ha detto – basti dire che la diga foranea, quella soffolta,  è composta da 210 mila tonnellate di pietra. E’ stato più complicato costruire sopra l’esistente che costruire ex novo: l’unica cosa che abbiamo abbattuto e ricostruito è stata la torretta. Per i camminamenti abbiamo usato la Pietra di Bedonia, caratteristica della Liguria. E ci sono centinaia di chilometri di tubi, condutture, cavi”.

Al termine della cerimonia don Jacopo De Vecchi, parroco di Sant’Anna, ha preso la parola per benedire l’opera e i presenti. Prima però anche lui è intervenuto sulla presunta querelle liguri-milanesi. Si è rivolto al sindaco Giuseppe Sala e in dialetto milanese gli ha detto che anche lui è di Milano, della parrocchia di Sant’Ambrogio.