Fontanabuona: i tradizionali "furti" nella notte del primo maggio - LevanteNews
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In valle sturla il messaggio degli alberi

Fontanabuona: i tradizionali “furti” nella notte del primo maggio

L’arrivo di maggio nel nostro entroterra era segnato da varie tradizioni, non sempre simpatiche come lo è il “cantamaggio”,  che rivive grazie ad alcuni volontari. In valle Sturla di notte venivano tagliati interi alberi poi posizionati davanti alla casa di persone cui si voleva inviare un messaggio dialettale in cui il nome della pianta faceva rima con l’epiteto scelto. Ad esempio “pino, uomo del b…..”,  “ciliegia donna di chiesa” e si può immaginare l’acacia con che parola facesse rima.

L’usanza più longeva probabilmente in Fontanabuona dove la notte del primo maggio era autorizzato il furto di oggetti lasciati incustoditi in aree private aperte come giardini, orti, sentieri. Gli oggetti (panchine, attrezzi, bici, etc.) venivano portati nella piazza del paese. Il divertimento, fattosi giorno, consisteva nel vedere i proprietari andare a recuperare le cose loro sottratte. A Gattorna la tradizione si trasformò e in piazza venivano portati vecchi elettrodomestici e oggetti ingombranti che nessuno, ovviamente, ritirava e quindi finivano in discarica a spese del Comune. A Monleone, frazione di Cicagna, la tradizione proseguì fino agli anni Novanta e terminò quando i soliti ignoti (ma c’era chi dalle finestre vegliava e si sapeva poi benissimo chi compiva i “furti”) “rubarono”, danneggiandola, una statua religiosa dal giardino delle suore che, allora, vivevano in zona.

Nelle foto la “discarica” di Gattorna, la piazza di Monleone con la “refurtiva” esposta attorno al bellissimo monumento all’emigrante (con la donna che quando piove piange e anima la statua) e la statua il cui furto pose fine alla tradizione.

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