Rapallo: dalla "rapallizzazione" alla "riqualificazione" - LevanteNews
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Il comune ha rinunciato alla spiaggia di san michele

Rapallo: dalla “rapallizzazione” alla “riqualificazione”

Generico aprile 2024

Il Tigullio occidentale è tutto un fervore di progetti e investimenti atti ad attirare un turismo facoltoso. A Rapallo si è passati dalla “rapallizzazione”, i cui esiti nefasti  sono indelebili e gravano tutt’oggi sulla qualità della vita, all’epoca della “riqualificazione” su cui bisognerà indagare per capirne gli effetti e prevedere eventuali squilibri. Intanto occorre intendersi sui termini: un supermercato ricavato soprelevando il Macera (già è un assurdo un impianto sportivo del genere in centro) e aumentando i volumi in zona non sarebbe “riqualificazione”, ma “rapallizzazione”.

Dopo gli “alberghetti”, dopo il “Savoia”, dopo villa “Porticciolo”, dopo la villa sulla strettoia di San Michele, oggi il Secolo conferma quanto annunciato giorni fa dall’Ansa: nella concessione dei Bagni San Michele è subentrata una cordata di vip tra cui l’armatore Messina e il gruppo San Giovanni. Tutto benissimo. Anche se ci si chiede perché il Comune, interessato in passato alla gestione di quel tratto di litorale, anche per riequilibrare la percentuale tra spiagge libere e date in concessione, non abbia fatto il possibile per ottenerne la gestione. Vedremo se, in fatto di riqualificazioni, ci sarà un derby tra la baia di Paraggi e quella di San Michele.

L’epoca della “riqualificazione” riguarda anche il restauro in corso delle Clarisse, del Castello, di Villa Tigullio. Dimenticata quella del “lazzaretto” di Bana, importante monumento cittadino i cui importanti affreschi vanno scomparendo. Ciò denota la “sensibilità” di chi (in passato ed oggi) ha gestito e gestisce gestisce la cultura (e non sembra che il recuperò del lazzaretto sia inserito nei programmi elettorali). Sarebbe bello che tutti questi danarosi benefattori che investono a Rapallo, acquistassero dal privato che possiede il modesto edificio del “lazaretto” e salvassero i dipinti esterni. Sarebbe la prova di un interesse verso la città, oltre gli investimenti finanziari.

La riqualificazione dovrebbe anche fare una scrematura di alcune manifestazioni che nulla hanno a che fare con una città turisticamente qualificata; potenziando quelle patronali-folcloristiche. Poi c’è il problema della sicurezza (non certo dovuto alla riqualificazione) legato alle bande giovanili che i servizi sociali seguono, ma per cui sono necessari studi sul tessuto urbano e chi lo vive. (marco massa) 

 

 

 

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