Chiavari: omicidio Cella, la Cecere innocente. False dichiarazioni di Soracco - LevanteNews
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Pubblicate le motivazioni del proscioglimento

Chiavari: omicidio Cella, la Cecere innocente. False dichiarazioni di Soracco

Generico marzo 2024

Il giudice Angela Maria Nutini, in 44 pagine, spiega le motivazioni che l’hanno indotta a ritenere che non esiste una “ragionevole previsione di condanna” per Annalucia Cecere, accusata dell’omicidio di Nada Cella. Non ci sono prove e neppure indizi, ma solo “sospetti” a volte addirittura deboli.

Il giudice sottolinea come parte dei testimoni sia deceduta e altri, a distanza di venticinque anni, “non sono stati in grado di ricordare i fatti con precisione né di offrire elementi nuovi e chiarificatori dimostrando di avere un ricordo non nitido, annebbiato dal decorso del tempo ma anche forse dal clamore mediatico della vicenda”.

Quanto alle prove del Dna: “Tutte le indagini di carattere scientifico sono state effettuate senza restituire risultati utili ed anche la comparazione del Dna dell’imputata, alla quale l’imputata si è sottoposta volontariamente, ha avuto esito negativo”.

Il Gup Angela Maria Nutini smonta anche i moventi che avrebbero indotto la Cecere ad uccidere la Cella: nessuna relazione della Cecere con Soracco e nessuna preparazione di carattere professionale per sostituire la Cella quale segretaria del commerialista.

Quanto a Marco Soracco e alla madre Marisa Bacchioni, sviarono le indagini, ma per tutelarsi: “È sicuramente emerso che Marco Soracco e Marisa Bucchioni abbiano sviato le indagini rendendo false dichiarazioni sia allorché venivano sentiti nel 1996, sia quando venivano risentiti nel 2021. E’ sicuramente emerso che Marco Soracco abbia dichiarato contrariamente al vero di essere entrato in studio solo qualche minuto dopo le 09.10, essendo invece rientrato ben prima; di avere negato di avere fatto confidenze rilevanti al collega Bertuccio in merito a ciò che sarebbe a breve successo nel proprio studio, così come che la madre Marisa Bacchioni abbia riferito la stessa circostanza relativa all’ingresso in studio del figlio e che abbia dichiarato contrariamente al vero di avere pulito solo tre gocce di sangue mentre effettuava un’accurata pulizia dei locali”.

La Procura potrebbe fare ricorso contro le motivazioni del giudice

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