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"progetto credere"

Sestri: studenti del Natta Deambrosis a Ostia con Sami Modiano

Da don Alberto Gastaldi

“Fino a quando avrò forza e vita trasmetterò ai ragazzi quello che è stato. Ho fiducia e speranza in chi verrà dopo di noi”. Sami Modiano, sopravvissuto alla violenza nazista, da alcuni anni, spende ogni energia per far conoscere ai ragazzi nelle scuole la sua esperienza.

Gli studenti delle classi 5A e 4A dell’istituto “Natta Deambrosis” di Sestri Levante hanno avuto il privilegio di dialogare con lui a Ostia, località del comune di Roma, dove abita. Sami, 92 anni, ha condiviso l’incontro con la moglie Selma, testimonianza di una vita d’amore che dura da 65 anni.

Sami ha raccontato quanto gli è accaduto ma ha voluto anche rivolgersi a “tu per tu” con gli studenti sestresi per conoscere le loro storie, le loro passioni, le loro scelte. Gli studenti sono stati accompagnati in questa iniziativa dai docenti: Alberto Gastaldi, Valeria Gritti, Monica Cantarella, Annalisa Dentone, Annamaria Milanta. L’esperienza è stata offerta ai giovani grazie al Progetto Credere dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Chiavari.

Modiano, nativo dell’isola greca di Rodi, all’epoca provincia italiana, venne prima espulso dalla scuola all’atto della promulgazione delle leggi razziali nel 1938 e poi arrestato dai tedeschi insieme alla propria famiglia e condotto nel famigerato lager gestito dai nazisti. Soltanto dal 2005, quando aveva 75 anni d’età, Modiano ha deciso di raccontare i lunghi mesi di dolore e di paura vissuti oltre il filo spinato e in questi anni ha incontrato migliaia di ragazzi di ogni parte d’Italia, divenendo così uno dei testimoni più attivi della Shoah.

“Io ho una piaga che non si chiuderà mai più- ha detto Modiano- Ho i miei silenzi, i miei incubi, le mie depressioni. Continuo ancora a soffrire. Soprattutto raccontare quanto accaduto è un dolore ma lo faccio perché ho capito che ho la missione di trasmettere a voi ragazzi ciò che ho vissuto, perché sappiate quanto è successo veramente, perché non si ripeta. E questo mi dona coraggio”.

 

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