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Componenti elettronici: tutto quello che c’è da sapere sui diodi di potenza

Generico giugno 2022

I diodi di potenza sono dei componenti elettronici molto importanti in quanto consentono il passaggio della corrente elettrica in una direzione unica. Un diodo può essere definito “di potenza” quando permette il passaggio di qualche frazione di ampere supportando una tensione inversa che può avere una grandezza che varia in funzione dello strumento scelto. Ogni diodo di potenza presenta poi un verso della corrente diretta che è solitamente indicato da una freccia (che dipende dalla posizione di anodo e katodo).

Esistono due principali tipologie di diodi di potenza, quelli a bassa frequenza e quelli veloci. La prima tipologia viene solitamente impiegata per “raddrizzare” delle tensioni di rete. Per la scelta di questi componenti è sicuramente utile prendere in considerazione la corrente massima diretta tollerata, che è di solito ben più alta di quella media e che permette di comprendere se si tratta di un modello adatto alle esigenze dell’utilizzatore. Lo stesso principio vale ovviamente anche per la corrente media che deve risultare in linea con l’utilizzo previsto.

Come scegliere un diodo di potenza

Se si ha la necessità di trovare un dispositivo altamente funzionale, è possibile guardare ai diodi di potenza per esigenze professionali proposti da RS Components, realtà di riferimento nella fornitura di strumenti e accessori tecnici da impiegare in diversi settori, caratterizzati da un ottimo rapporto qualità prezzo. Durante la selezione del modello più indicato per un utilizzatore è sicuramente importante prendere in considerazione anche la massima tensione inversa supportata dallo strumento, in modo da salvaguardare sempre il circuito elettrico nel quale verrà poi collocato il diodo.

Altri fattori utili per la scelta di un diodo di potenza sono:

  • Tensione diretta.
  • Temperatura massima e minima.
  • Tipo di montaggio.
  • Numero di pin.
  • Velocità di commutazione.
  • Tecnologia del diodo.
  • Diametro.

La tensione diretta che può supportare un diodo di potenza è solitamente superiore agli 0,7 V che contraddistinguono i diodi di segnale “classici”. Anche l’immagine di questo strumento può risultare utile nella scelta, in quanto le schede prodotto dei migliori portali di vendita del settore consentono sempre di visualizzare un’utile rappresentazione di questi componenti. Infine è poi sicuramente importante scegliere dei diodi commercializzati da marchi di riferimento di questo ambito, in modo da ottenere una sicurezza elevata nell’utilizzo dello strumento.

Ulteriori considerazioni tecniche

I diodi possono svolgere in maniera veloce l’importante compito che consiste nel commutare la tensione, anche quando si verifica una caduta di tensione diretta bassa. Al passaggio della corrente infatti sono i terminali dei diodi a gestire la questo passaggio molto utile. I modelli fabbricati in modo tale da avere una velocità di commutazione elevata sono anche quelli che presentano un’efficienza maggiore.

Questi modelli di diodo sono comunemente impiegati nel blocco della tensione delle applicazioni, in modo da prevenire anche la saturazione di un transistor, grazie anche all’elevata densità di corrente di cui dispongono. Negli alimentatori i diodi di potenza vengono impiegati come “raddrizzatori“, così da rallentare il processo di scaricamento di una batteria. La tensione di rotazione dello strumento varia in funzione del modello scelto e anche per questo motivo è molto importante selezionare sempre un diodo che abbia una potenza commisurata all’utilizzo previsto.

I dispositivi che presentano una bassa capacità di giunzione hanno poi delle dimensioni generalmente ridotte ma non per questo risultano meno efficaci. Inoltre gli strumenti di alta qualità presentano anche un anello di protezione che ha lo scopo di proteggere il diodo dalle sollecitazioni. I diodi di potenza possono poi essere polarizzati in avanti (quando sono progettati per sostenere una tensione positiva) e convertire una corrente alternata in una continua, mediante l’uso aggiuntivo dei ponti raddrizzatori.

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