da Guido Gigli, Associazione a ruota libero
Alzi la mano chi sa cos’è l’Everesting. Lo sanno in pochi e fra quei pochi ci sono i ciclisti amatoriali, soprattutto quelli che amano le imprese impossibili. Everesting vuol dire compiere in un giorno una scalata del dislivello del monte Everest (8848 mt), ripetendo un’unica salita fino al raggiungimento della meta. Le regole sono semplici: ci si può riposare, ma non si può dormire, il tempo non c’entra. L’idea l’ha avuta nel 1984 un ciclista ed alpinista australiano, George Mallory, nipote omonimo dell’inglese che negli anni venti scalò l’Everest. Per prepararsi a scalare lui stesso l’Everest, pensò di prepararsi percorrendo lo stesso dislivello della montagna in bicicletta, ripetendo una stessa salita. Dopo un anno di allenamenti ce la fece. E’ una fatica inimmaginabile: ci vuole fisico e testa, e tanto, tanto, tantissimo di tutti e due.
Da allora non sono stati in molti ad entrare nella Hall of Fame di chi ha compiuto l’Everesting: in Italia circa duecento, ben due del Tigullio: Marco Macchi e Aron Devoti. Da sabato 18 giugno ce n’è un terzo: Simone Sabini, ciclista amatoriale di Chiavari, che, partendo a mezzanotte da Borgonovo ha scalato e disceso per 11 volte la salita del passo del Bocco: 319 Km, 19 ore sui pedali, 8916 mt di dislivello. Assistito dai colleghi di A Ruota Libera, società ciclistica di Chiavari alla quale è iscritto, dagli amici del Gruppo Fiandre 2023 e da tanti altri appassionati, alle 22 e 56, dopo l’ultima scalata, stremato, ma soddisfatto, è sceso dalla bici, fra le urla e gli applausi dei sostenitori, con l’immancabile bottiglia offerta dalle gestrici del ristorante sul Passo. Enorme la fatica, enorme l’impegno, enorme la concentrazione, enorme la soddisfazione. Bravo Simo, te lo sei meritato un posto nella Hall of Fame dell’Everesting!
