La IX edizione del Festival ha avuto una partenza fortemente provocatoria con l’incontro con una personalità inattesa: Giacomo Celentano.
Dopo i saluti di Helena Molinari, Silvia Stanig, Gianluca Ratto, il balletto sulle note dell’Inno di Mameli, e la suggestiva esibizione di Vito Cifarelli che ha cantato “Pregherò”, Paolo Cavallo ha introdotto senza tanti preamboli Giacomo Celentano, figlio di Adriano e Claudia Mori. Giacomo è un uomo di 55 anni, cantautore e scrittore che ha attraversato un momento molto difficile a partire dal 1990, anno in cui si è manifestato uno stato di ansia che gli impediva di respirare adeguatamente e addirittura parlare. Da questo evento apparentemente negativo è iniziato un percorso di conversione del cuore. La malattia – dice Giacomo – è un’occasione per incontrare il Signore e scoprire qual è la missione che Dio ci ha affidato. Naturalmente Giacomo deve molto ai suoi genitori, persone di fede che gli hanno trasmesso i valori fondamentali del Cristianesimo. Così pure Katia, la fidanzata e poi moglie di Giacomo ha condiviso quel percorso faticoso ma gratificante in cui hanno sentito la concreta mediazione di suor Faustina Kowalska, colei che ha a vuto il compito di far meglio conoscere la misericordia di Dio Padre e di Gesù Cristo. Giacomo ha manifestato con estrema sincerità la bellezza di giungere casti, dopo quattro anni di fidanzamento, al matrimonio. Oggi parlare di questi valori nel mondo dello spettacolo – e non solo – significa essere tagliati fuori ma Katia e Giacomo proseguono con sana ostinazione (è il tema del festival di quest’anno) nel proporre la fede come contenuto di canzoni e libri. Hanno inoltre un progetto che si chiama “La Cittadina della Divina Misericordia”: cercano una struttura in cui le suore francescane possano occuparsi dei bambini in difficoltà. Tale progetto incontra delle difficoltà ma Gesù ha detto a suor Faustina che quando i progetti incontrano avversità significa che sono proprio opera sua.