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Politica

Chiavari: dal Parco di Portofino a una foto agghiacciante

Generico maggio 2022

Da Luca Garibaldi consigliere e capogruppo Partito democratico in Regione

Ciao,

ieri Romano Prodi, in una sua lucida intervista a in Mezz’ora in più su Raitre, ha usato una definizione molto efficace della situazione attuale, fotografando la situazione attuale come un “incancrenirsi della guerra”.

La situazione di stallo, i colloqui diplomatici difficili, la decisione di Finlandia e Svezia di richiedere l’ingresso nell’allenza difensiva della NATO, sono tutti segnali di un conflitto che rischia di prolungarsi, se non ci sarà una iniziativa globale che coinvolga Usa e Cina e in cui ci sia una presenza e un peso dell’Unione Europea, come soggetto politico che opera – nella difesa, nell’energia, nella politica internazionale – con una forma di coordinamento molto più forte.

Un’esigenza discussa da tempo, quella di superare le attuali modalità di decisione comunitaria, ma che adesso diventa ancora più urgente applicare, per lavorare pienamente al fine di ripristinare la pace e di svolgere un ruolo attivo nelle sorti del continente.

LA NOTIZIA DELLA SETTIMANA . AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE. IL RUOLO DEL PD – Da oggi inizia ufficialmente la campagna elettorale in Liguria. Sono state depositate le candidature a Sindaco e le liste a loro supporto in tutte le città che vanno al voto. Per la Liguria la sfida è fondamentale: Genova, La Spezia, Chiavari, Cairo Montenotte sono le realtà maggiori che vanno al voto, e sarà fondamentale tutto l’impegno possibile per continuare il percorso avviato lo scorso anno con la vittoria di Savona, per ricostruire una alternativa progressista per la Liguria e voltare pagina rispetto al percorso continuo di declino di futuro, nascosto dai lustrini e dai fuochi d’artificio, della destra di Toti.

Arièl Dello Strologo, Piera Sommovigo, Mirko Bettoli e Fulvio Briano hanno di fronte una sfida importante, assieme ai tanti candidati sindaco di questa tornata sostenuti dal Partito Democratico e dai progressisti. Ambiente, lavoro, attenzione alla persona, salute, diritti, partecipazione: leggendo i programmi dei nostri candidati sindaco, si trova un filo comune di proposte che caratterizzano un’idea diversa delle comunità che si candidano ad amministrare: aperte, solidali e verdi.

In questo fine settimana sono state presentate anche le liste del Partito Democratico a supporto dei Sindaci di Genova, La Spezia e Chiavari: liste aperte, rappresentative, innovative.

Sottolineo un dato. I capilista nelle tre città più importanti, sono tutti under 35: a Genova il Segretario provinciale Simone D’Angelo; a La Spezia Martina Giannetti, di 26 anni e a Chiavari Antonio Bertani, di 24 anni. Martina e Antonio sono anche i Segretari dei Giovani Democratici dei loro territorio, candidati, con il Segretario di Genova Davide Patrone e molti altri giovani (a Chiavari sono candidati due ragazzi nati dopo il 2000, ad esempio): la riprova di una rinnovata apertura alle nuove generazioni e di un grande lavoro che i Giovani Democratici hanno fatto, nelle scuole, nell’università, nelle associazioni.

E, in ultimo, anche qui vorrei ritornare sul gesto di Alessandro Terrile, che ha scelto di troncare le polemiche e le strumentalizzazioni in merito alla sua candidatura e al suo nuovo ruolo professionale, facendo un passo di lato. Ad Alessandro mi legano stima ed affetto, e penso che la sua scelta – non dovuta ma messa in campo per il bene della coalizione – sia un grande gesto di generosità, e dimostra ancora una volta il profilo e il qualità della persona.

PUNTO SANITÀ: FELETTINO E I 17 MILIONI DI EURO DI CANONE ANNUO . Giovedì scorso ho partecipato, assieme a Davide Natale, ad una conferenza stampa sulla situazione dell’Ospedale Felettino della Spezia. Delle tante magagne che hanno costellato il percorso della sanità ligure degli ultimi anni, la vicenda del Felettino è forse la più straordinaria nel suo essere surreale.

Previsto dall’Amministrazione di centrosinistra, compresi i fondi per realizzarlo, l’Ospedale Felettino ad oggi non ha ancora visto la luce. Toti nel 2016 va a inaugurare la posa della prima pietra (sappiamo che se c’è un nastro da tagliare, è molto probabile che ci sia Toti molto vicino); l’opera poi si arena e il finanziamento di 120 milioni di euro del fondo nazionale per l’edilizia sanitaria viene perduto, e con esso il progetto di Ospedale pubblico.

Perdere 120 milioni di euro di finanziamento sarebbe già un motivo di grandi proteste, ma a La Spezia il Sindaco Peracchini è uso ad obbedir tacendo alle iniziative di Toti e non ho mai visto una sua dichiarazione neppure di preoccupazione sulla vicenda.

Di fronte alla situazione la Giunta Toti se ne esce con una nuova soluzione, dopo anni di attesa: un ospedale con un accordo pubblico-privato, la cui realizzazione sarà poi ripagata con un canone annuo (perso il finanziamento nazionale, in qualche modo si dovrà pagare il nuovo ospedale). Questo canone viene calcolato in 17 milioni di euro l’anno, per 25 anni e sei mesi. Un supermutuo.

Ma chi lo paga? E’ qui il motivo per cui abbiamo deciso di fare questa conferenza stampa. Toti e la Regione hanno deciso, nella documentazione, di lasciare il debito alla ASL 5. Per cui, Toti ha perso i soldi per realizzare il Felettino e lascia i debiti della realizzazione ai cittadini spezzini, con in più la beffa di incassare dallo Stato nuovi fondi per l’edilizia sanitaria che non spenderà per il nuovo Ospedale della Spezia.

Fare danni e lasciare i debiti agli altri, in sintesi. E la vicenda non è secondaria perché caricare su una singola ASL un debito così elevato per così tanto tempo significa condannarla all’implosione: per pagare quel canone si dovranno tagliare servizi, rinunciare ad assunzione di personale, rimandare investimenti, spingere indirettamente al privato.
Oggi è toccato alla ASL 5, ma il metodo della destra in regione è questo e sarà replicabile in ogni territorio della Liguria.

LA NOSTRA PROPOSTA: COMUNITA’ ENERGETICHE PORTUALI – A luglio 2020 il Consiglio Regionale ha approvato una mia proposta di legge sulle Comunità Energetiche rinnovabili, una modalità di produzione di energia da fonti pulite destinate all’autoconsumo da parte di più soggetti. Eravamo la terza regione d’Italia, all’epoca, ad essersi dotati di questa norma, dopo il Piemonte e la Puglia.

In questi anni, anche a causa dell’incapacità dell’Assessore alle Attività Produttive Andrea Benveduti di trovare qualche decina di migliaia di euro nei bilanci della Regione per progetti pilota nei Comuni, il vantaggio che avevamo è stato bruciato e molte realtà sono più avanti di noi.  Il tema delle Comunità Energetiche in questi mesi diventato centrale, a causa della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina e ai fondi del PNRR.

Quando ho presentato la proposta di legge, nella mia relazione, avevo evidenziato un aspetto: che la Liguria poteva, con questa legge, essere capofila nazionale di un percorso e attivare anche le Autorità Portuali come Comunità Energetiche. Pratica finora mai nè esplorata nè sostenuta dalla Regione.

È notizia di pochi giorni fa che il Governo, nel nuovo Decreto Energia, intende promuovere le comunità energetiche portuali. Chiederò con una interrogazione all’Assessore Benveduti come ci si intende attivare per far partire questa possibilità – che già dal 2020 era possibile – e renderla concreta.

IN CONSIGLIO REGIONALE. CHE FINE FARÀ LA STRUTTURA REGIONALE DELLA SANITÀ – Nell’ultimo consiglio regionale – sospeso mezz’ora, come sempre ormai, per i ritardi degli Assessori chiamati a rispondere alle interrogazioni – sono state trattati due dei temi di cui vi ho parlato la scorsa settimana: il bilancio dell’ASL 4 e gli oltre 40 milioni di euro di mobilità passiva e il ritardo della pubblicazione delle delibere. Toti ha letto un lungo documento in risposta all’interrogazione sull’ASL in cui sostanzialmente sosteneva che tutto va bene e che se ci sono dei dati negativi nei bilanci sono legati alla “rivoluzione copernicana” degli obiettivi dati alle singole ASL dalla Regione.

Un modo elegante per dire che la Regione, dando più cose da fare alle Aziende con le stesse risorse pre pandemia, li porta indirettamente a tagliare da qualche parte e ad assumersi le responsabilità dei tagli. Che la cosa non funzioni è evidente e se stanno accorgendo gli stessi consiglieri di maggioranza che cominciano a fare anche loro interrogazioni sulla sanità, lamentando i tagli. Un dato positivo, ma sarebbe più coerente non votare poi ogni scelta scellerata che Toti porta in Consiglio più che fare le interrogazioni dopo per l’attuazione delle scelte che si sono votate.

Martedì tratteremo, tra le altre queste interrogazioni:

sulla costituzione del Parco Nazionale di Portofino,  per capire, visto che il Ministero richiede di acquisire da Regione Liguria una valutazione anche rispetto alla proposta tecnica di ANCI Liguria, quale siano le considerazioni di Regione Liguria in merito alla proposta tecnica dell’ANCI e in che tempi verrà convocato il Tavolo Istituzionale di confronto;

quale sarà il destino della Struttura di Missione sulla Sanità, coordinata dal Professor Profiti, visto che quest’ultimo riceverà un incarico fuori regione e, dai giornali, pare abbandonerà l’attuale incarico. La struttura di missione, voluta da Toti e affidata a Profiti quale professionista esterno, per molti mesi è stato il braccio operativo della riforma della sanità ligure: riforma dell’intramoenia, il piano restart Liguria, chirurgia ambulatoriale, budget alle ASL. Dietro a quesi tutte queste vicende c’è la STEM (è l’acronimo della struttura di missione, che la fa un po’ somigliare alla SPECTRE della sanità ligure, così dipinta). Se Profiti se ne va, cosa succederà? Resterà la struttura di missione? Chi la guiderà?

UNA FOTO, UN COMMENTO – Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese di Al Jazeera, mercoledì è stata uccisa a Jenin, raggiunta da un colpo alla testa. Un proiettile l’ha raggiunta al collo nello spazio tra l’elmetto che indossava e il giubbino con la scritta “Press”. La foto è di venerdì, ed è l’assalto delle forze di occupazioni istraeliane alla folla che cercava di trasportare in chiesa la bara della giornalista, avvolta dalla bandiera palestinese. Un’immagine oscena, di una violenza che non si ferma di fronte a nulla.

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