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Rapallo rinasce: “Il grande successo, grazie a squadra e uffici”

Generico maggio 2022

I social e i contatti che registra la sua pagina facebook lo premiano come sindaco più amato del Tigullio. Oggi Carlo Bagnasco, primo cittadino di Rapallo, compie 45 anni.  Un’occasione per ripercorrere gli anni del suo mandato alla guida della città.

Con che spirito aveva affrontato la sua prima candidatura a sindaco nel 2014? “Con una voglia pazzesca di cambiare molte cose. Con la sicurezza di avere a mio supporto una gran bella squadra”.

La prima soddisfazione? “Quando ho suonato con un amico il campanello di una villa di San Michele. Volevo realizzare il marciapiedi alla Pagana; mi avevano detto che sarebbe stato impossibile. Altri avevano fallito. Siamo riusciti a farlo contro ogni previsione. E poi l’inaugurazione col red carpet fino a Portofino. Una vetrina sull’Italia che ha portato turisti da ogni regione. Il primo sogno realizzato”.

Altro fatto storico, essere riuscito a sbloccare i finanziamenti nel 2015. “Ero a Roma ad una riunione dell’Anci; al governo c’era Renzi e seppi dal suo esperto Maratin, seduto casualmente accanto a me, che chi avesse avuto progetti pronti e bilancio approvato avrebbe potuto utilizzare i soldi accantonati per il patto di stabilità. Tornai a Rapallo, assessori e uffici si misero al lavoro. Fiduciosi in un decreto che ancora non c’era. Ci trovammo 8 milioni da spendere. C’era chi diceva che era impossibile, che mentivo”.

Accadde anche l’anno successivo con altri 12 milioni. “Siamo l’amministrazione che complessivamente è riuscita ad avere più contributi rispetto alle precedenti. Questo grazie alla squadra, agli uffici e ai collegamenti romani. Ciò ci ha consentito di affrontare la vicenda annosa della soletta del San Francesco con un progetto a campata unica e i co-finanziamenti  di Regione e Comune. Se avessimo atteso i soldi del governo, che sono arrivati solo in parte, dovremmo ancora iniziare”.

Ci sono stati momenti neri. La notte tra il 29 e 30 ottobre 2018 con i marosi che distruggevano la diga e 22 persone su un pezzo di molo che sembravano condannate. “Quello è stato un miracolo. Una situazione drammatica risoltasi grazie ai sommozzatori dei vigili del fuoco; senza neppure un ferito. E poi il grande lavoro per far sgomberare il lungomare dalle imbarcazioni”.

Il porto chiuso è stato un duro colpo all’economia della città. Poi il covid. “Vedere la città vuota è stato pazzesco, toccante. Giorni difficili e senza precedenti. Mi sono sentito crollare il mondo addosso. Sono stati lo spirito di sopravvivenza e la forte volontà della squadra di amministratori e uffici a supportarmi. Ma anche l’affetto dei cittadini. Abbiamo aiutato chi era nel bisogno e i commercianti; e non abbiamo mai applicato l’Irpef”.

I rapporti con i cittadini; lei incontra studenti, fa colazione con gli abitanti e ogni venerdì fa cinque telefonate ad altrettanti utenti scelti dall’elenco telefonico. In molti casi imitato da colleghi anche di grandi città. “Dalla pedalata in bici con la suora il primo giorno della mia elezione alle telefonate del venerdì che durano da sette anni. Lo faccio con costanza e piacere, ma talvolta è dura. La vita da sindaco è piacevole ma richiede sacrificio, un impegno costante e assorbe l’intera giornata. Lo posso fare perché mi supporta la famiglia. Ma in sette anni ho fatto solo sette giorni di ferie”.

Al secondo mandato una vittoria bulgara, tanto da ridurre l’opposizione a sole due unità. L’impegno per Anci nazionale, vicesindaco della Città metropolitana, cooordinatore regionale di Forza Italia e da ultimo la presidenza dell’Aci non la distraggono? “Distrarre no. Al centro c’è sempre Rapallo e tutto ruota attorno alle pratiche amministrative del Comune. Confesso però che il Coordinamento regionale di Forza Italia e l’incarico in Città metropolitana sono a volte complicati”.

L’avvicinarsi della scadenza del mandato, oltre l’opposizione sollecita alla polemica anche il fuoco amico. “Nel primo mandato avevo un’opposizione pesante e spesso pretestuosa; quella attuale è più responsabile. Le polemiche sollevate dal fuoco amico mi sorprendono. Sono incomprebnsibili e spesso dei boomerang”.

In compenso spesso la fermano i turisti, disinteressati, che si compiacciono con lei. “Per me è una grande soddisfazione perché la loro simpatia è genuina. Mi esprimono ammirazione perchè la città è diversa e più ospitale. Solo nel golfo attualmente sono in corso lavori per oltre 70 milioni, di cui 55 per il porto e 10 per il livellamento o dragaggio del fondale. Sono state molte  le occasioni che hanno portato positivamente Rapallo alla ribalta televisiva nazionale. La città è diventata più nota e di questo sono orgoglioso”.

Suo papà, l’onorevole Roberto Bagnasco è stato sindaco di Rapallo per due mandati come giudica la sua amministrazione? “E’ soddisfatto del mio lavoro; dice che ho fatto più di ogni altro. Lui è stato, e io sono, un sindaco del fare. Con coraggio. Non è facile troncare un premio letterario che langue da anni; sarebbe più facile lasciarlo agonizzare. Non è facile decidere di creare una nuova spiaggia quando arrivano i gufi e ti dicono che tanto te la porterà via il mare agitato”.

Quali obiettivi si pone prima della scadenza del mandato. “La fine della copertura del San Francesco e la rinascita del porto Riva. La riqualificazione e il rilancio della città è sotto gli occhi di tutti. La popolazione ha superato i 30.000 abitanti; aprono nuove attività; molti acquistano i lussosi appartamenti in costruzione; spariscono i tanti buchi neri che esistevano in città; avremo due nuovi alberghi a cinque stelle. Il fatto che mi dà una forte soddisfazione è constatare che gli imprenditori investono a Rapallo perché ora credono nel suo futuro. Ne sono compiaciuto. Lo stesso crollo della diga del porto si è rivelata una opportunità di miglioramento”.

Parliamo anche di sociale e ospedale. “Nel sociale spendiamo 6.000.000 all’anno. E’ una cifra ragguardevole. Possiamo contare anche sulla macchina del Volontariato che in città è fantastica. Per quanto riguarda l’ospedale noto con piacere che sta lavorando di più; per incrementarne ulteriormente l’attività, auspico la collaborazione della Regione che gestisce la sanità”.

Se dovesse migliorare un aspetto della sua amministrazione a cosa penserebbe? “Alla comunicazione. Per far conoscere e diffondere meglio le iniziative dell’Amministrazione spesso bersaglio di bugie o di una maniera distorta di riferirle nel passa parola”.

Mancano due anni alla fine del suo secondo mandato. Cosa farà Carlo Bagnasco successivamente? Il sindaco di Santa Margherita Ligure? “Mancano ancora due anni e una decisione è prematura, anche considerato il continuo mutare della politica. Quanto a Santa Margherita vi ho fatto i miei studi e ne ho un ottimo ricordo”.

(Nelle foto: nel suo ufficio con un gatto, con Memo Remigi e al tempo del red carpet)

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