Le associazioni come Italia Nostra e “Giù le mani dal fiume Entella” proseguono la loro azione, anche legale, per impedire la costruzione della cosiddetta “Diga Perfigli” il cui iter burocratico è stato definito carente di firme e lacunoso in diversi passaggi di verifica; già per il primo lotto manca l’accordo di programma, come hanno spiegato Roberto Spinetto, presidente della sezione del Tigullio di “Italia Nostra” e Giovanni Melandri.
Che la Città Metropolitana abbia intenzione di proseguire l’opera è lampante perché sta trattando con i proprietari per aumentare gli indennizzi.
A sostegno della tesi sul valore storico e non solo dell’ormai noto “seggium” Giorgio “Getto” Viarengo ha reperito nell’archivio del Comune di Lavagna un documento del 1809 in cui il “seggiun” viene definito pubblico monumento, ossia un bene naturalistico e storio che può eventualmente essere restaurato ma non distrutto: si tratta di un manufatto di terra e pietre che svolge già la funzione per cui si vorrebbe cementificare la sponda lavagnese del fiume.
Allo satto attuale si può dire che per tre mesi nessun avanzamento dei lavori è possibile, tuttavia occorre attendere la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del pronunciamento sul vincolo paesaggistico in base ai ricorsi; se il vincolo sarà accolto diventerà definitivo nel gennaio 2023.
