Chiavari: mercato di piazza Mazzini, "La pandemia ha lasciato il segno" - LevanteNews
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Chiavari: mercato di piazza Mazzini, “La pandemia ha lasciato il segno”

Da una settimana non vige più l’obbligo di mascherina all’aperto e sempre più numerosi sono i segnali che indicano un’uscita dalla crisi pandemica. Dopo il picco di casi di contagio tra dicembre e gennaio causati dalla variante Omicron, ora si è tornati a numeri bassi e si incomincia a sperare che l’incubo sia, una volta per tutte, alle spalle. Per le  attività commerciali, duramente colpite da due anni di chiusure e controlli, è tempo di bilanci. Il settore alimentare non si è mai fermato ma l’impatto delle restrizioni, con il conseguente cambio nelle abitudini di vita, ha lasciato il segno anche qui, come ci raccontano dal mercato ortofrutticolo di piazza Mazzini a Chiavari.

“Le vendite sono calate lo stesso perchè la gente ha girato molto meno, preferendo rifornirsi dai supermercati e comprare tutto in un unico posto – dice Erminia Ballista, il cui banco vende miele, olio, pesto, frutta secca, farina e legumi, sia a km zero che provenienti dall’Italia o dall’estero -. Lavoriamo un po’ di più nel week end quando vengono persone da fuori, durante la settimana facciamo fatica – . A ciò si aggiunge da un paio di mesi l’aumento dei prezzi dei prodotti a causa dell’aumento delle tariffe e dei trasporti”. Parla di una netta flessione delle vendite anche Andrea Costa, uno dei titolari di una storica fornitissima banco di frutta e verdura: “E’ stato un Natale di crisi, adesso l’impressione è che stiamo tornando pian piano ai livelli pre Covid, ma la ripresa è lenta, i costi sono alti”.

Per Marzio Cavatorta, il suo banco di salumeria e rosticceria è il più “vecchio” di tutto il mercato, la situazione di Chiavari rispecchia quella nazionale, di confusione e instabilità ed ormai quasi più “una malattia più psicologica che fisica. Per quanto riguarda i costi, nel settore avicolo (pollame e uova) c’è stata una mancanza di produzione e abbiamo dovuto per forza di cose aumentare i prezzi; in generale ci penalizza la sempre maggiore difficoltà a raggiungere il centro in auto e accade che il consumatore scelga il negozio più comodo, magari senza prestare attenzione alla qualità. Per il resto, incominciamo a toglierci la mascherina, a uscire di più e cerchiamo di essere positivi”.