Chiavari: il ritorno del Festival della Parola dal giovedì alla domenica - LevanteNews
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Incontrto con helena molinari

Chiavari: il ritorno del Festival della Parola dal giovedì alla domenica

Il mio sogno è che il prossimo Festival possa essere un'occasione per i ragazzi di esprimersi liberamente, senza la mediazione degli adulti, su quanto sta succedendo, su quello che provano

Luoghi e momenti di cultura a Chiavari. Il Festival della Parola li racchiude entrambe: nato nel 2014, anno dopo anno ci ha condotto nel mondo del linguaggio e della comunicazione da una pluralità di prospettive, dalla musica alla letteratura alla storia e alla politica, con l’intento di restituire una parola il più possibile libera dai processi contemporanei di omologazione e svilimento, che ormai sempre più spesso si traducono in perdita di conoscenze, di capacità di espressione del sé, fino ad arrivare alla violenza. Un progetto rivolto innanzitutto alle nuove generazioni, più di tutti investite da questo crescente disagio. Di loro, della prossima edizione del Festival e dei luoghi di cultura a Chiavari parliamo con Helena Molinari, ideatrice della manifestazione, scrittrice e conduttrice radiofonica.

In fase di preparativi per la nona edizione, la terza che subisce gli effetti della pandemia: a che punto siamo? “Fino a qualche mese fa non avevamo ancora la certezza che il Festival si sarebbe tenuto anche quest’anno. Si farà e tornerà al format tradizionale di quattro giorni, dal giovedì alla domenica. Per quanto riguarda i tempi, lo spostamento in autunno dell’edizione 2021 ha molto influito, determinando uno slittamento  in avanti, che si è sommato alla pausa imposta dal ritorno del virus: per organizzare un Festival occorre un anno, di solito iniziavamo a prepararlo a settembre, ma non abbiamo potuto farlo, trovandoci ancora presi nella vera e propria gestione dell’evento. Come gruppo di lavoro abbiamo iniziato a confrontarci sulle idee, confido che entro la metà di febbraio avremo un programma di massima, dobbiamo ancora definire con l’amministrazione comunale e con le scuole. Il mio sogno è che il prossimo Festival possa essere un’occasione per i ragazzi di esprimersi liberamente, senza la mediazione degli adulti, su quanto sta succedendo, su quello che provano. Stanno male, hanno molte paure ma dietro di esse anche tante idee. Dobbiamo ascoltarli e aiutarli. Spero di poterlo fare nonostante le tante difficoltà, a cominciare dal groviglio di norme e passaggi burocratici”.

Spazi culturali a Chiavari: come valorizzarli? Un suo parere sull’annunciato spostamento della necropoli nei locali dell’ex tribunale in piazza Mazzini. “Penso sia un modo giusto di valorizzare il patrimonio di stratificazione storica della nostra città nella sua parte più antica, così come apprezzo il progetto di allestimento museale e di una biblioteca archeologica presso la Cittadella perché è un edificio che va riaperto, lo merita. Chiavari ha un ricco potenziale di spazi di cultura: palazzi storici, impianti museali, spesso poco conosciuti o ignoti ai cittadini stessi. Per la loro valorizzazione punterei sulle nuove generazioni: prevedere nel corso dell’anno scolastico l’ingresso dei ragazzi in questi luoghi, al di là della calendarizzazione di rassegne, che pure sono importanti, per offrire, in questo senso, un servizio pubblico. La mia visione di fondo è che la cultura sia uno dei pochi strumenti che permette di mettere in dialogo e in confronto le persone e le realtà altrimenti lontane tra loro. I giovani per me sono la priorità, fare in modo che per loro si aprano più spazi possibile è una missione che continuerò sicuramente a portare avanti col Festival”.

Teatro Cantero, come vive la sua chiusura? “Al Cantero ho trascorso i miei anni più belli, soprattutto grazie alla radio ne conservo degli splendidi ricordi. Da donna di cultura dico che è inaccettabile che la città lo abbia perso, è una sconfitta. Vi ho lavorato tanto, mi manca moltissimo, era un luogo che sentivo mio. So che da più parti politiche si è cercato di promuoverne la riapertura, non voglio entrare nella polemica su a chi spetterebbe farsi avanti. Posso solo dire che sarei felice se Chiavari potesse riappropriarsi del suo teatro”.