Lavagna: parla Mangiante, dall'Entella alla gestione del porto - LevanteNews
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L'intervista

Lavagna: parla Mangiante, dall’Entella alla gestione del porto

"La giunta Vaccarezza aveva fatto ben 110 mutui, che equivalgono a un indebitamento di oltre 20 milioni. Bene, io sul territorio opere corrispondenti a tale cifra stento a vederle, per usare un eufemismo".

Gian Alberto Mangiante, Lavagna

Il Consiglio Comunale di Lavagna da nemmeno ventiquatt’ore ha sancito la non edificabilità della piana dell’Entella, aprendo in tal modo la strada ad una possibile apposizione del vincolo paesaggistico sull’area da parte della Soprintendenza alle Belle Arti, e cioè ad una possibile ufficializzazione del No alla costruzione della cd. “diga Perfigli”. In occasione di tale storica decisione, abbiamo intervistato il Sindaco, Gian Alberto Mangiante, su questo e altri temi cruciali per il futuro della città.

Piana dell’Entella: con la modifica del Puc da parte del Consiglio Comunale, la sua amministrazione ha introdotto il vincolo di non edificabilità. Quali effetti pensa che avrà questa decisione? “La delibera appena adottata ha un significato più ampio rispetto alla questione della “diga Perfigli”, un significato che corrisponde a quello che vorremmo fosse il Comune di Lavagna nei prossimi anni, in quanto segna un passo fondamentale verso la salvaguardia dell’intera area, il che per noi significa  la creazione di un parco fluviale. Ciò si coniuga con le caratteristiche attuali e fondamentali della città: la piana dell’Entella; il bacino del Golfo del Tigullio, cioè tutta la zona a mare, e la collina restrostante. Lavoreremo perché Lavagna si espanda, approfondisca e migliori ancora il rapporto territorio- vivibilità seguendo tale direttrice.

Lo avevamo detto nel programma elettorale, lo stiamo portando avanti, com’è nostra consuetudine, senza urlare, pacatamente, con fatti concreti. Io non so se la decisione di ieri sera sia l’atto decisivo per fermare la diga, sicuramente è un ulteriore tassello che noi inseriamo per poter arrivare al rilascio del vincolo paesaggistico, su cui si deve pronunciare la Commissione regionale che si è appena insediata, ed è un passaggio che avremmo fatto a prescindere. Su questo tengo a sottolineare che la Giunta aveva assunto una delibera di indirizzo già nell’ottobre 2020, iniziando un percorso di opposizione netta a quest’opera; non abbiamo potuto farlo subito, all’indomani delle elezioni, nel giugno 2019: mi chiedo perché  non si sia sollevata allora alcuna voce contraria, lasciando così che il progetto giungesse alla fase esecutiva”.

Cosa si aspetta dalla Commissione regionale, al cui interno siedono anche rappresentanti della Soprintendenza? “Ci aspettiamo una sua pronuncia già nei prossimi giorni, sarebbe il riconoscimento di un valore territoriale intrinseco molto importante, evidente a tutti, che costituisce, come dicevo, uno dei tre ‘lati’ che abbracciano Lavagna. La nostra città, infatti, presenta a tutti coloro che la frequentano un’offerta così verde, così variegata e, direi, così ambientalista da poter essere comparata, sotto questo aspetto, a pochi altri Comuni”.

Negli ultimi mesi alcuni cittadini e gruppi di cittadini hanno messo in dubbio l’autenticità della posizione della sua amministrazione riguardo a quest’opera. Perchè? Come risponde? “Rispondo con i fatti e non con affermazioni che avrebbero il valore di semplici parole: ci siamo sempre espressi contro, tutti gli atti compiuti (delibere di giunta e di consiglio, lettere inviate a Regione, Città Metropolitana e Commissione) sono lì a dimostrare il nostro impegno. Non perdo tempo con illazioni del genere. I fatti sono inconfutabili”.

Durante il precedente periodo di commissariamento è stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario. In che condizioni è attualmente il bilancio dell’ente? “Il dissesto è stato dichiarato pochi giorni prima che noi ci insediassimo, il 16 maggio 2019. La procedura conseguente dura cinque anni, in base a quanto prevede la legge. Abbiamo trovato un Comune in condizioni, oserei dire, sciagurate: la giunta Vaccarezza aveva fatto ben 110 mutui, che equivalgono a un indebitamento di oltre 20 milioni. Bene, io sul territorio opere corrispondenti a tale cifra stento a vederle, per usare un eufemismo.

Noi abbiamo già ridotto l’indebitamento pro capite di oltre il 30%, non abbiamo fatto un solo euro di mutuo, non abbiamo chiesto un solo euro a debito e non lo faremo per tutto il periodo. Abbiamo terminato i due rendiconti (2020 e 2021) con un saldo di cassa di oltre 5 milioni di euro che lasceremo in dote per coprire i debiti delle gestioni precedenti. Questo è stato possibile perché abbiamo fatto delle economie, effettuando nel contempo importanti interventi sul territorio ricorrendo al risparmio e ad una maggior oculatezza nella spesa dei soldi pubblici: uno su tutti, il rifacimento dell’intero manto stradale, che non veniva rinnovato da almeno dieci anni. Quindi si può lavorare anche in pendenza di un dissesto, con l’attenzione e il rispetto che merita la gestione del denaro della collettività.

Questione rifiuti: sono stati avviati ricorsi da parte del Comune. Quali sono i motivi e a che punto è la situazione? “C’è stato un lunghissimo contenzioso col gestore che abbiamo ereditato (Super Eco s.r.l) e che non ha adempiuto al contratto, tanto che abbiamo trovato una città in uno stato di degrado totale, con montagne di rifiuti non raccolti, soprattutto in estate anche con gravissime ricadute sulla salute pubblica. Per mezzo di un’ordinanza sindacale ho attribuito il servizio al primo soggetto che si era classificato a seguito della gara. Oggi la situazione è completamente diversa: ora Lavagna è una città che, pur non avendo ancora potuto raggiungere gli standard indicati nel bando, è pulita e faremo in modo che lo resti, finché ci saremo noi ad amministrarla”.

Il porto: nel 2024 scadrà la concessione demaniale, attualmente detenuta da un privato. Il Comune valuterà di subentrare o sarà indetta una nuova gara?  “Nel 2024 scadranno i cinquant’anni della concessione demaniale, rilasciata alla società Porto di Lavagna s.p.a. La mia amministrazione ha delle idee molto precise sulle potenzialità economiche che il porto potrebbe rappresentare per il nostro territorio e che non ha mai dato, costituendo di fatto un’appendice scollegata dalla città e quindi un problema più che un risorsa. E’ chiaro, comunque, che dobbiamo fare i conti con la scarsezza del personale,  è una delle conseguenze dello stato di dissesto: non possono essere assolutamente superati i limiti concessi dalle norme di riferimento, che prevedono 1 dipendente ogni 165 abitanti (circa 75 persone).

Oggi siamo al di sotto di tale cifra, avendo raggiunto un equilibrio anche da questo punto di vista, però è molto complicato gestire tutti i servizi, lo sarebbe ancora di più se dovessimo gestire anche il porto. Inoltre, è prematuro fare previsioni sul futuro, essendo il tema delle concessioni demaniali in discussione ed essendo purtroppo ancora in vigore la legge di bilancio 2018, che ha concesso fino al 2033 la possibilità di proroghe. Sono tanti i nodi da sciogliere: se le concessioni portuali rientrano nella normativa o ne sono escluse; se tale normativa, contestata non solo dall’Unione Europea ma anche di recente dal Consiglio di Stato, possa prevedere una proroga ulteriore. Se sarà mantenuto la scadenza del 2024, nel 2023 noi saremo pronti per avviare le necessarie procedure di gara”.