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Ambiente

Entella, le proposte di Lipu Tigullio per un parco fluviale

Federica Bisanti, responsabile Lipu Tigullio, esprime una valutazione su quali criteri un eventuale parco fluviale debba soddisfare e quali interventi effettuare o non effettuare dal punto di vista ambientale.

Una delle ipotesi avanzate da alcuni di coloro che si oppongono alla costruzione del nuovo secondo argine sull’Entella (meglio conosciuto come “diga Perfigli”) riguardo al futuro della Piana è la possibile realizzazione di un parco fluviale, che salvaguardi e valorizzi l’area verde sulle due sponde del fiume, compresi i terreni agricoli tuttora coltivati nonchè l’Oasi faunistica e il relativo Sito di interesse comunitario (S.i.c.) lì presenti. Abbiamo chiesto a Federica Bisanti, responsabile Lipu Tigullio (Lega italiana per la protezione degli uccelli), associazione le cui battaglie hanno permesso negli anni Novanta proprio l’istituzione dell’Oasi a tutela della biodiversità, di esprimere una valutazione su quali criteri un eventuale parco fluviale debba soddisfare e quali interventi effettuare o non effettuare dal punto di vista ambientale.

Qual è l’importanza dell’Oasi faunistica dell’Entella e cosa significa avere un S.i.c.?  “L’importanza naturalistica del fiume Entella è data dalla presenza di fauna selvatica, sia stanziale che migratoria; è quest’ultima, tuttavia, ad avere il ruolo più significativo in questo senso, perché il fenomeno della migrazione degli uccelli selvatici dà il polso dello stato del cambiamento climatico, sia nel Tigullio che a livello planetario.

L’Entella è luogo di sosta di molte di queste specie (in particolare: Airone cenerino, Martin pescatore, Cavaliere d’Italia, Pettegola e altri) e come tale è stato riconosciuto sito di importanza comunitaria. Ciò comporta che l’area sia disciplinata da direttive europee che Regione e Città Metropolitana devono recepire con normative specifiche. Questo non significa il divieto di intervento, ma la necessità di una regolamentazione ai fini di tutela della fauna selvatica; eventuali interventi devono, quindi, essere finalizzati a garantire la vivibilità dell’habitat per preservare la biodiversità: più specie diverse permangono più l’ambiente è sano e ne traiamo beneficio tutti, anche noi umani che ci viviamo”.

Quali specifiche caratteristiche devono avere gli interventi adottati dalle istituzioni nell’area? “Diminuire l’inquinamento, sia quello dovuto alla presenza di rifiuti solidi urbani -sulle sponde e all’interno della vegetazione fluviale- sia quello causato dagli sversamenti degli scarichi industriali e fognari nelle acque: è ben noto che alla foce dell’Entella vi sia da decenni il divieto di balneazione, determinato proprio dalla presenza di batteri provenienti dalle fogne.

In secondo luogo, non aumentare la cementificazione ma decostruire e restituire spazi alla natura, sul modello di quanto si sta facendo sulle sponde dei grandi fiumi europei (Danubio, Reno, Tamigi), dove vengono ripristinati gli alvei naturali, così da contrastare il rischio idrogeologico e al contempo favorire la presenza della fauna selvatica. Infine, ridurre il disturbo antropico, educando le persone a vivere un parco fluviale, che non è un parco urbano ma un’area naturalistica da preservare e tutelare; quindi, ad esempio, non schiamazzare, non correre in bici, tenere i cani al guinzaglio.

Occorre, cioè, adattare i nostri comportamenti a un’ambiente nel quale vivono animali che temono l’uomo. Senza il mantenimento della fauna selvatica l’Entella diventerebbe un canale anonimo e sarebbe oggetto di scempi come già accaduto ad altri corsi d’acqua: la cementificazione (il caso del Bisagno), il mancato controllo delle attività industriali (il caso del Polcevera), che da noi sono presenti a Carasco e a San Salvatore.  A quel punto saremmo sanzionati dall’Europa col conseguente rischio di non ricevere più finanziamenti per gli interventi di manuntenzione ordinaria e di miglioramento”.

La Lipu ha delle proposte concrete in merito? “La piana potrebbe diventare un’area di educazione per le scuole, un luogo di studio e di ricerca per gli addetti ai lavori. E una buona qualità dell’Oasi permetterebbe non solo di passeggiare in un’area ordinata, ma anche di creare un piccolo indotto turistico ecosostenibile, ora con la pandemia sempre più valorizzato, in primavera e in autunno, allungando la stagione estiva nel Tigullio. A dimostrazione che ecologia ed economia vanno di pari passo”.

Il progetto di costruzione del nuovo depuratore comprensoriale a Chiavari, in Colmata, sta andando avanti. Cosa comporterebbe un eventuale passaggio dei tubi lungo l’Entella? “Innanzitutto precisiamo che, come si dice in questi casi, prima si vedono le carte e poi si sollevano eventuali osservazioni. Inoltre, il progetto dovrà superare le valutazioni basate sui parametri ambientali che le norme europee richiedono in presenza di un S.i.c. (tra cui, nessun intervento in primavera, durante la nidificazione).

Chiarito questo, l’ipotesi che i tubi attraversino le sponde o l’alveo del fiume per noi sarebbe assolutamente deleteria e aprire ulteriori cantieri impensabile. Grazie alle conoscenze e competenze ingegneristiche di oggi, è possibile trovare soluzioni che concilino la tutela dell’ambiente con la necessità, anch’essa ambientale, di un depuratore. Spendere per tutelare la natura è un investimento per il domani”.

 

Foto 1: Federica Bisanti (al centro), durante una delle escursioni sul lungo Entella organizzate dalla Lipu

Foto 2: stormo di Cavalieri d’Italia – Ph. Alessandro Ferrari

Foto 3: Martin pescatore – Ph. Luca Are

Foto 4: Limicoli – Ph. C. de Francesco