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Per evitare spiacevoli sorprese

Pagamento, prelievo e controlli: breve guida per il cittadino

L’obiettivo primario è quello di puntare ad avere sempre più movimenti tracciabili da parte dei cittadini, imprese e professionisti.

soldi, banconote

Da Cristian Pietrini Cristian Pietrini Dottore Commercialista e Revisore Legale

Neppure il tempo di brindare alla fine del 2021, ancora segnato dall’emergenza pandemica e dall’aumento dei casi legati alle varianti, ed ecco che, allo scoccare della mezzanotte, arriva una prima stretta all’utilizzo del denaro contante, già ampiamente annunciata con il decreto fiscale 124 del 2019, collegato alla Legge di Bilancio 2020.

Quindi, salvo cambi di rotta dell’ultimo istante da parte del legislatore, l’attento lettore che bramava trascorre un ricco e sontuoso Capodanno con tanto di pagamento in contanti del proprio Cenone, dovrà fin da subito rammentare, appena brindato al nuovo anno, che tutte le transazioni superiori ad euro 999,99 dovranno avvenire con modalità tracciabili (il tetto massimo attualmente in vigore è pari ad euro 1.999,99), pena una multa salatissima visto che la sanzione minima partirà da euro 1.000,00, comunque inferiore a quella attuale, di euro 2.000,00, e verrà applicata sia a chi effettua il pagamento sia a chi lo riceve.

Attenzione massima pertanto anche ai colleghi professionisti, in quanto se nell’esercizio del proprio incarico professionale, dovessero venire a conoscenza che la prestazione effettuata dal proprio cliente è sopra soglia, la mancata segnalazione dell’irregolarità alle direzioni territoriali, comporterà l’irrogazione di una sanzione dai 3.000 ai 15.000 euro!

Si potrà comunque procedere ai pagamenti delle prestazioni di servizi, professionali od all’acquisto di beni, in maniera “mista” visto che, se l’importo dell’operazione posta in essere sarà pari ad 1.500 euro, 999,99 euro potranno essere pagati in contanti, mentre il saldo dovrà, obbligatoriamente avvenire con mezzi tracciati ovvero carte di debito/carte di credito, bonifico od assegno.

L’obiettivo primario, qualora non vi risultasse ancora chiaro alla luce di questa breve disamina, è quello di puntare ad avere sempre più movimenti tracciabili da parte dei cittadini, imprese e professionisti con un impatto concreto su qualsiasi tipo di pagamento tra persone fisiche o giuridiche, dove le singole parti coinvolte, per non incorrere nella violazione sull’uso del denaro contante, dovranno sin da subito avere a mente i seguenti punti chiave nel porre in essere i pagamenti a saldo delle operazioni commerciali e professionali:

  • Il valore complessivo dell’operazione,
  • ad ogni fattura corrisponde un autonoma operazione

Non dobbiamo però omettere di segnalare al contribuente, l’ulteriore tema che riguarda l’utilizzo del contante in tutte quelle operazioni che nulla hanno a che vedere con il mondo commerciale o professionale. E’ il caso, ad esempio, del genitore che volesse donare o prestare al proprio figlio una somma in contanti pari ad euro 1000,00, il quale si vedrebbe sanzionare insieme all’amato rampollo, in quanto per un misero centesimo, sarebbe stato violato il dettame previsto dal legislatore.

Rimangono invece, del tutto invariate le regole dei prelievi dal proprio istituto bancario, in quanto trattasi di operazioni che riguardano una singola persona e che coinvolgono la banca, nella sua figura di semplice depositario. Quindi, la generalità dei contribuenti, diversi da partite iva individuali e società, potranno prelevare senza alcun problema, 1.500 euro, ma tale importo non potrà essere utilizzato per effettuare un unico pagamento. L’unico concreto rischio in cui può incorrere, rileva dal punto meramente fiscale, in quanto l’Agenzia delle Entrate potrebbe avviare un accertamento per verificare i motivi per cui si richiedono le banconote allo sportello e quindi, onde evitare pessime sorprese, converrà tener da parte tutti giustificativi di spesa.

In caso di prelievi ingenti, vi ricordo qualora vi fosse sfuggito, che l’Istituto bancario ha la facoltà di richiedere al proprio cliente la destinazione del denaro mediante un autocertificazione dove dovrà essere segnalato l’utilizzo del contante prelevato. Qualora poi, l’istituto si accorgesse che nell’arco dello stesso mese, vi siano prelievi dal conto corrente del proprio cliente superiori a 10.000 euro (i c.d. prelievi frazionati in più operazioni) è obbligata alla segnalazione all’UIF, il cui scopo non è la mera prevenzione della presunta evasione fiscale ma è soprattutto quello di evitare attività illecite.

Diverso è il discorso sulle partite IVA, in quanto il tetto fissato per i prelievi, se la memoria non mi inganna, è pari ad euro 1.000,00 giornalieri e comunque 5.000,00 euro mensili. Appena superato tale importo, l’Agenzia Entrate potrebbe agire richiedendo la dimostrazione dei modi in cui è stata spesa la somma prelevata ed in caso di mancata giustificazione potrebbe avviare il recupero a tassazione del denaro che si presume destinato ad investimenti “in nero”.

Capitolo a parte infine meritano i versamenti in denaro, ma non solo anche i bonifici ricevuti, in quanto, a norma dell’articolo 32 del T.U.I.R., tutti i movimenti in entrata sul conto corrente bancario o postale, si presumono redditi salvo prova contraria. E’ onere, pertanto del contribuente dimostrare che la somma versata in contanti o ricevuta mediante bonifico, sia frutto di una entrata esente (donazione, risarcimento assicurativo, ecc.) oppure sia stata già tassata alla fonte (ad esempio una vincita al gioco). Mi permetto comunque di consigliare nelle operazioni di donazione o di prestito ai propri figli o nipoti, di procedere con la registrazione di questi atti mediante l’intervento di un pubblico ufficiale che attesti la data certa onde poter facilmente dimostrare la provenienza dell’entrata in caso di controllo, utilizzando mezzi tracciati, meglio se a mezzo bonifico bancario, utilizzando nella causale il rimando alle scritture poste in essere.

Vi ricordo, che in tema di controlli, l’Agenzia delle Entrate può in qualsiasi momento monitorare i nostri conti correnti e pertanto porre la sua attenzione su tutte quelle operazioni di versamento che risultano superiori alla giacenza media del vostro conto, le quali potrebbero essere sinonimo di entrate non dichiarate. E’ evidente, che nell’attività accertativa, il funzionario, partirà sempre dalla vostra dichiarazione dei redditi, specchio fedele e vero indice di riferimento su cui basare il tenore di vita del contribuente, la quale ovviamente sarà messa a confronto con tutti gli altri dati  “immagazzinati” dall’Agenzia delle Entrate, sul vostro cassetto fiscale (atti, fatturazione elettronica, ecc.).

In conclusione dell’articolo, mi permetto di consigliare a tutti coloro che volessero approfondire gli argomenti trattati, le FAQ del Dipartimento del Tesoro relativamente alla prevenzioni dei reati finanziari, dove troverete, costantemente aggiornate, le linee guida per non incorrere in sgradevoli sorprese nell’utilizzo del vostro denaro. (http://www.dt.mef.gov.it/it/faq/faq_prevenzione_reati_finanziari.html#faq_0050.html)