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Portofino: “Il parco nazionale deve diventare realtà”

Massimo Caleo (Pd), padre del parco nazionale di Portofino spiega le ragioni dell'attuazione. "Vennero a Sarzana a chiedermelo i sindaco Viacava, Donadoni e Olivari".

Massimo Caleo
Masswimo Caleo

Di Massimo Caleo *

Sono convinto che il Parco nazionale di Portofino partirà e darà pure tante soddisfazioni, nonostante nel suo percorso, dopo l’istituzione, ci siano state incertezze e preoccupazioni, legate ad alcune sottovalutazioni sull’iter di perimetrazione.

Gli iniziali 10mila ettari e passa hanno provocato l’irrigidimento da parte di Regione e Comuni, e non poteva che essere così. La Liguria è stretta tra monti e mare e presenta un’elevata percentuale di urbanizzazione soprattutto concentrata nella costa, non paragonabile ad altri territori.

Trovammo queste difficoltà anche 20 anni fa, quando facemmo partire ben cinque parchi regionali. In un’unica seduta del consiglio regionale furono approvati confini e zonizzazione. Era un periodo in cui le amministrazioni comunali erano in gran parte governate dal centrosinistra e la Regione dal centrodestra. Si arrivò ad un giusto compromesso che non ha mortificato nessuna delle parti e soprattutto aveva forza anche dal punto di vista scientifico.

All’epoca ero coordinatore dei parchi liguri. Destò un po’ di perplessità la superficie non particolarmente eccessiva delle aree protette, ma spiegammo le nostre ragioni e si partì. Il sistema decollò e portò in dote risorse e una nuova cultura della conservazione della natura.

Adesso la proposta del ministro rispetto ai 10mila ettari dell’Ispra mi sembra più ragionevole. E sono fiducioso che si possa formare un parco con una superficie che possa raccogliere territori pregiati, già sottoposti a vincolo di questo fantastico lembo della Liguria. Questo è un aspetto importante, da tenere a mente perché con gli stessi vincoli arriveranno maggiori risorse per il territorio. Invito tutti ad andare a vedere i bilanci di sostenibilità di tanti parchi nazionali, decine di milioni per agricoltura, sentieristica, efficientamento energetico, trasporti, dissesto idrogeologico, turismo sostenibile. E altro ancora.

In tanti anni di lavoro nelle aree protette non ho mai visto nascere un parco con i comuni contro. Le amministrazioni comunali sono parte integrante e determinante dell’area protetta. L’ho sempre pensata così e in tanti anni di lavoro la leale collaborazione con gli enti locali è sempre stata la carta vincente.

L’idea del Parco nazionale di Portofino partì dai sindaci che vennero a trovarmi a Sarzana. Viacaca, Donadoni e Olivari diedero la spinta iniziale e colsero questa grande opportunità. E dopo alcune peripezie parlamentari con l’aiuto dell’onorevole Tullo, riuscimmo a portare a casa questo risultato. Non fu facile perché altri territori italiani volevano costituire un parco nazionale ma il Parlamento italiano scelse Portofino.

Adesso non è più il tempo di guardare indietro e rincorrere eventuali responsabilità o ritardi. Adesso bisogna guardare avanti e collaborare al lavoro di approfondimento che sta facendo l’Anci con i Comuni; bisogna togliere il velo di diffidenza e condividere la consapevolezza che due parchi nazionali per la nostra regione sono una vetrina formidabile e una opportunità da non perdere. Soprattutto durante e per certi versi drammatica crisi climatica mondiale. I nostri territori ne sono già stati testimoni: in termini di vite umane e in danni incalcolabili al patrimonio naturale e paesaggistico.

I parchi possono contribuire a riequilibrare gli ecosistemi, sono uno strumento fondamentale per gli obiettivi di salvaguardia della natura – certamente non da soli – ed è proprio per questo che bisogna praticare, con competenza e vera passione, la leale collaborazione istituzionale tra tutti gli attori presenti nel territorio. Queste sfide si vincono assieme, guardando al futuro. I nostri giovani, a cui abbiamo rubato un po’ di speranze, ci chiedono questo. Ogni anno che perdiamo sono decine di milioni di euro che volano via, in altre parti del nostro paese.

Nelle vesti di discussant, nei laboratori didattici che il professor Bobbio porta avanti nella nostra università di Genova, giovani studenti hanno sfornato idee e proposte per l’utilizzo del territorio del promontorio, tanto famoso al mondo, nuove opportunità di lavoro legate all’agricoltura, ad un turismo che possa vivere tutto l’anno e che sia rispettoso dell’ambiente, al recupero di aree abbandonate, affrancandole dal degrado e dall’incuria. Come vedete le idee non mancano.

Siamo all’ultimo miglio. Vedrete che il Parco nazionale di Portofino darà soddisfazione a tutti, soprattutto alle popolazioni residenti. Ci riusciremo, ne sono certo.

  • * Già senatore e coordinatore Federparchi Liguria, padre del Parco Nazionale di Portofino)

 

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