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Camogli: Premio San Prospero, grande serata al monastero

Presenti autorità e un folto pubblico, sulla terrazza del monastero, è stato assegnato il Premio San Prospero, tornato alla ribalta dopo 49 anni

Sulla bella terrazza del monastero dei Benedettini Olivetani di Camogli, dopo 49 anni è tornato il Premio San Prospero, la cui ultima edizione risale al 1972.

Nato con l’intento di dare un riconoscimento di carattere morale a persone, associazioni od enti che si erano particolarmente distinte per azioni meritorie e di altruismo a favore della città e della comunità, fu allora realizzato con la collaborazione dell’amministrazione Comunale, dell’Azienda Autonoma di Soggiorno, della Società Capitani e Macchinisti Navali, del Retificio Fratelli Riccobaldi, cui si aggiunsero negli anni Martini & C., la Cooperativa Tonnara, il Banco di Chiavari, la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.

Il fatto che fosse partecipato dai camogliesi, oltre al desiderio di dare verve alla festa di San Prospero, ha portato gli Olivetani, in particolar modo il “vulcanico” dom Francesco Beda Pepe, a lanciare l’idea di riproporlo quest’anno.

Un comitato composto dal dottor Italo Mannucci, assessore comunale ai Servizi Sociali e Promozione della Salute nonché medico; dall’avvocato Roberto G.B. Figari, profondo conoscitore di storia locale; dal dottor Pierluigi Gardella, del Centro Studi “Storie di Jeri”; dal professor Luigi Molfetta, docente universitario e dal dottor Luca Pisoni, amico degli Olivetani e collaboratore di dom Francesco per il premio, ha scelto a chi conferirlo.

Premiati dal sindaco Francesco Olivari la Croce Verde Camogliese, presente il presidente Lorenzo Ghisoli; i Volontari del Soccorso di Ruta, presente il presidente Vittorio Crovetto; Mario Scevola, di San Fruttuoso, depositario e maestro dell’antica arte di realizzare i cavi in fibra di cocco della tonnara.

A tutti loro è stata consegnata un’opera di “ArgillArte”, ceramiche d’arte e di designer di Patrizia e Caterina.