'Santa': "Gave, ma chi ha raccontato la vicenda a Toti?" - LevanteNews
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‘Santa’: “Gave, ma chi ha raccontato la vicenda a Toti?”

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Da Cesare Teppati

dopo qualche tempo, torno ad approfittare della sua testata, per rispondere all’articolo in cui il Presidente Toti fa le sue considerazioni sull’indagine relativa al cemento sul sentiero delle Gave, per cui sono indagati i sindaci di Santa e di Portofino.

Temo che al mio Presidente, mio anche se non l’ho votato, visto come funziona la democrazia liberale, le cose siano state raccontate con una certa approssimazione, e un po’ la cosa mi preoccupa. Al di là del fatto che il Fatto abbia strumentalizzato o meno la questione, cosa di scarsa rilevanza.

Mi spiego.

Ammettiamo pure che i suddetti amministratori siano stati superlativi nella gestione dell’emergenza mareggiata: il problema è che la questione oggetto di indagine è del tutto fuori contesto.

Il punto è questo: con i lavori, chiamiamoli così, di cui si occupa la magistratura, per quel sentiero al massimo avrebbe potuto passare una moto da trial, guidata da uno bravo. Buttando giù qualche altro albero, forse un Porter, ma proprio forse.

Per cui: visto che per le emergenze ci sono gli elicotteri, e al limite i traghetti, che tipo di catastrofe avrebbe mai potuto risolvere l’opera oggetto di indagine, in una situazione meteorologica per cui gli elicotteri non potessero volare e i natanti navigare? Al proposito, io qualche idea la avrei, ma visto che se ne occupa la magistratura la tengo per me, cosa che mi aspetterei anche dal mio (vedi sopra) Presidente regionale.

Magari avevano ragione loro (i sindaci). Ma non per via dell’emergenza, quello, molto semplicemente, non è sostenibile nei fatti.

Mi creda, Presidente, venga a farsi in giro e capirà. Il posto è molto bello, specie nelle mezze stagioni. E a questo proposito, mi spiace, ma  la storia dei radical chic a cui dà fastidio il rumore dei turisti è veramente di bassa lega.

Chi scrive ha avuto l’onore di partecipare a una corsa elettorale a Sindaco di Santa Margherita . Fra i punti qualificanti del programma del gruppo c’era la valorizzazione del Monte di Portofino, ambiente tra i più belli d’Italia, sfruttabile tutto l’anno ( le mezze stagioni non le ho tirate fuori a caso), vergognosamente poco manutenuto e poco promosso.

Pochi turisti, Presidente, pochissimi rispetto alle potenzialità, eccolo il fastidio, o meglio il delitto.

Esattamente il contrario di quello che emerge dalle sue dichiarazioni, sicuramente fuorviate. Insisto, venga a dare un’occhiata.

Tirando le somme, a me sembra sia interesse del cittadino che la magistratura chieda ai due sindaci, uno dei quali era presidente del Parco all’epoca dei fatti e l’altro lo è adesso, per quale motivo abbiano fatto fare quei lavori all’interno di un’area protetta, visto che, ripeto, la giustificazione dell’emergenza è oggettivamente insostenibile, e che l’area è protetta nell’interesse di tutti. In primis, valorizzandola a dovere, di chi lavora sul territorio. O no?