Non sono state elevate sanzioni ma è scattata anche nel Tigullio l’operazione ‘Safe summer’, l’iniziativa del questore di Genova Vincenzo Ciarambino contro le violazioni delle normative anti Covid.
In particolare i poliziotti, assieme ai colleghi della Polizia Locale, sono stati inviati in diversi blitz per accertarsi che all’interno dei locali tutti gli avventori seduti all’interno siano dotati di green pass. Per ora gli agenti hanno spiccato una sola multa: il trasgressore è un ristoratore genovese che non solo non ha chiesto il green pass a uno dei suoi clienti ma ha anche ‘dimenticato’ di esporre la necessaria cartellonistica e di fornire agli avventori il gel sanificante.
Tutti in regola, invece, nel Tigullio, con i controlli che si sono concentrati tra Chiavari e Lavagna. Nei prossimi giorni l’operazione proseguirà a tappeto: del resto dopo l’introduzione del green pass erano sorte polemiche sulle modalità dei controlli, affidate in prima battuta agli esercenti.
“I titolari dei locali non devono chiedere i documenti d’identità”, aveva detto giorni fa il Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, salvo poi correggere il tiro: “In caso di particolari discrepanze tra i dati del green pass e la persona che hanno di fronte, allora si, il documento si può chiedere”. Per evitare discussioni di lana caprina e, soprattutto, rendere efficace l’introduzione del pass, ecco l’iniziativa delle forze dell’ordine: chi, in un luogo in cui è obbligatorio, viene trovato sprovvisto della certificazione verde rischia una multa tra i 400 e i 1.000 Euro; qualora utilizzasse il green pass di un’altra persona potrebbe scattare la denuncia penale. Gli esercenti, infine, rischiano la chiusura: se fossero accertate tre violazioni, infatti, scatterebbe la sospensione della licenza per cinque giorni.
