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Ambiente

Cinque Terre: “Vogliamo la depurazione delle acque nere”

La Comunità marinara delle Cinque Terre continua a chiedere una rete fognaria funzionante e un impianto di depurazione al servizio del territorio.

Cinque Terre
- Foto d'Archivio

Dalla Comunità Marinara Cinque Terre riceviamo e pubblichiuamo

I media locali riportano in queste settimane dichiarazioni sull’argomento “smaltimento acque
reflue” da parte del Presidente della Provincia Peracchini, nonché Sindaco di La Spezia e Presidente
Ato; va certo dato merito di un buon attivismo. Ottime notizie per i Cittadini di La Spezia: “gli
interventi in cantiere, con investimenti per oltre 10 Milioni di euro, consentiranno, nel 2026 di avere
un Golfo con acque pulite e trasparenti che potrebbe essere balneabile”.
Beh, per i miracoli serve tempo.

Due anni or sono, il 28 Luglio 2020, Ato e Iren, hanno congiuntamente presentato il programma
degli interventi previsti dal Gruppo Iren nel quadriennio 2020-2023, in cui viene inserita come opera
strategica, l’ottimizzazione del sistema fognario e depurativo delle Cinque Terre con investimenti
indicati pari a € 35.000.000.
Nello stesso comunicato, l’andamento tariffario veniva sfacciatamente definito sostanzialmente in
linea, sebbene a seguito degli elevati investimenti programmati, venivano preannunciati aumenti
delle tariffe: 1% nel 2020, 2% nel 2021, 1,8% nel 2022 e 2,5% nel 2023.
Non male! Oltre il 7% in 4 anni! Del resto, alle Cinque Terre paghiamo da sempre una depurazione
inesistente! Ma non è questo il punto: paghiamo, ma dateci almeno assistenza e servizi adeguati e
funzionanti.

Il decantato “depuratore” di Monterosso, non è un depuratore a ciclo completo, ma un bel
sgrigliatore, certamente non adatto ad un’Area Marina Protetta che merita maggiori livelli di
attenzione. Ma se fosse un depuratore a ciclo completo, perché mai si vorrebbe portare gli scarichi
fino a Levanto attraverso un tunnel ciclabile (pagato dal Parco e non dal gestore Acam-Iren!) quando
si potrebbe scaricare direttamente a mare, così come prevedono le leggi?
E gli altri paesi delle Cinque Terre, sappiamo bene che le fogne pisciano in mare da sempre a causa
di impianti rotti o inesistenti!
Il mare è lo stesso e quindi occorre un intervento congiunto che coinvolga tutti i nostri paesi delle
Cinque Terre.

Un anno fa, la Presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre e dell’Area Marina delle Cinque
Terre Donatella Bianchi, con apprezzabile intervento, a fronte di una situazione inaccettabile, ha
preso carta e penna e chiesto alle istituzioni la convocazione di un tavolo urgente per garantire la
qualità delle acque di tutte le Cinque Terre in modo “rapido e definitivo”.
Cosa ha detto nei giorni scorsi, dopo due anni, il Presidente delle Cinque Terre sullo stesso tema?
“Procede il programma… nuovo incontro del tavolo tecnico… delineare la linea d’indirizzo… definire
le scelte tecniche… studi ambientali propedeutici… ricognizioni tecniche sui vari siti… si stanno
valutando le varie ipotesi tecniche… serve fare presto…”.
Con tutto il rispetto, troppo poco, troppo tardi. Non una data, non una certezza. Fatti, non parole!

Solo la scorsa settimana l’Ente Parco si limitava ad affermare “E’ necessario istituire un comitato
scientifico” e ancora in altri articoli autoreferenziali “L’area marina protetta funziona: i saraghi
tornano a proliferare” o ancora “Creiamo il marchio del pescato del Parco”, e intanto gli idrofoni del
Parco dicono che “il Mare canta, suona e respira balla”.
Questi articoli vogliono solo distogliere l’attenzione dal vero problema che colpisce il nostro Mare
da vent’anni: il sistema fognario e la depurazione.

Il nostro è un territorio in cui politici e amministratori hanno autocelebrato come grande successo
il progetto di ripristino della Via dell’Amore: 800 mt. di strada comunale che riaprirà, se tutto andrà
bene, dopo 13 anni di chiusura.
E’ forse questo il modello a cui Provincia, i Comuni, gli Enti, il mitico Ato, intendono rifarsi per
risolvere il problema degli scarichi fognari alle Cinque Terre?

Non ci serve attivismo di facciata e perfezionismo, ma che vengano messe in campo le necessarie
capacità gestionali ed amministrative. La soluzione definitiva, certamente non semplice e con tempi
sicuramente medio lunghi, non può e non deve essere una scusa per lasciare le cose come stanno.
Anche i Sindaci, pur con limitate risorse, devono impegnarsi in una battaglia che non è del singolo
Comune ma di un intero Territorio (inclusi i paesi limitrofi).
Non si può limitarsi alle ordinanze di divieto di balneazione.

Chiediamo che nel mentre proseguono gli studi, i sopralluoghi e gli incontri, venga varato e diffuso
quanto prima un Master Plan che indichi fattivamente i tempi ed i modi con cui si intende
intervenire e che affronti gli interventi tampone urgenti per “mettere una pezza” alla situazione
attuale.

Un Parco Nazionale, un’area Marina Protetta, un Territorio noto in tutto il mondo, un’attrazione
turistica ed un formidabile volano economico come le Cinque Terre, non possono tollerare oltre un
simile degrado.

Come dice la pubblicità di un noto prodotto farmaceutico: contiene acqua delle Cinque Terre!