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Inchiesta

Camogli. crollo cimitero, indagini anche sulla mancanza di sensori

Crollo cimitero, inchiesta
- Foto d'Archivio

Matteo Indice, cronista di razza, fa il punto sul Secolo dell’inchiesta giudiziaria sul crollo dei loculi del cimitero di Camogli (“Lavori aol risparmio per 15 anni”.  Claudio Scavia, docente di geologia dell’Università di Torino, ha depositato la perizia “che allarga il ventaglio dei possibili responsabili” del disastro; non più tre-quattro possibili indagati, ma dieci-quindici. Si parte dal 26 febbraio 1989 quando una mareggiata provocò lo stacco di una parte di falesia sotto un ristorante le cui fondamenta furono messe in sicurezza con tiranti. Indice  riferisce anche l’intervento del 2015, a seguito di una frana verificatasi il 2 dicembre 2014 e l’ultimo col cantiere aperto il 15 dicembre 2020.

Gli investigatori – riferisce Indice – sono interessati anche al mancato inserimento di sensori che segnalassero il pericolo; sensori applicati solo dopo il disastro. I  carabinieri hanno stilato un elenco di 10-15 persone tra cui ci sarebbero sindaci, responsabili degli uffici tecnici,  titolari di alcune ditte intervenute nel tempo.

Il crollo dei loculi avvenuto lunedì 22 febbraio 2021, ha causato la caduta in mare di  415 salme racchiuse in feretri, ossari o urne cinerarie.