Dal Meetup 5 stelle Chiavari riceviamo e pubblichiamo
Era chiaro che sarebbero arrivati a questo punto: imporre al Luzzati una decisione calata dall’alto, senza confronti, senza compromessi. Mica sedendosi intorno ad un tavolo con tutti i soggetti coinvolti, o chiedendo al Preside Spaccini (ci scuserà se usiamo questo termine antico) quale avrebbe potuto essere un buon modo per garantire la convivenza di due Istituti tanto diversi. Macché. Chiedono opposizione e proposte concrete su cui discutere ma quando le trovano le bypassano.
Che poi anche sul “calata dall’alto” ci sarebbe da riflettere: quale “alto”? Forse l’ “alto” della carica amministrativa o politica, quella posizione che spesso finisce col far venire un po’ di vertigine e fa cambiare la prospettiva. Forse però non l’ “alto” dell’autorevolezza.
E’ a scuola che ci hanno insegnato la differenza fra autorità e autorevolezza: questa vicenda ne rappresenta un’interessante applicazione. Questa come molte altre che coinvolgono i nostri territori ma non solo.
Non diamo nemmeno per scontato che si tratti di mala fede: la buona fede si da’ per ovvia fino a prova contraria, un po’ come l’innocenza. Ma è proprio l’idea che esista la buona fede che fa salire la preoccupazione, perché allora la problematica è più profonda e investe un ampio, ampissimo arco istituzionale e amministrativo: la consapevolezza di dove stia la differenza tra giusto e sbagliato, opportuno e non opportuno.
Non si tratta solo di parte politica visto che oggi i confini sono molto labili ma della capacità (e volontà) che un responsabile pubblico ha di rispettare gli altri. E “altri”, oggi, comprende davvero molte persone, visto che la visione politica si è ridotta ad un monocolo decisamente stretto.
Per tutto questo e anche un po’ di più, sosteniamo la petizione lanciata dal Comitato Studentesco del Luzzati e ci scusiamo con loro per gli adulti che siamo diventati.