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Cronaca

Recco: è mancata Attilia Giuffra, insegnante modello

Da Alberto Bruzzone, ex allievo, riceviamo e pubblichiamo

Avevi un nome antico e anche un po’ ribelle, tu che hai sempre avuto un pensiero ribelle. Avevi un nome di quelli che provengono da lontano, e che non stanno mai dentro i confini, tu che hai sempre avuto un pensiero che arrivava da lontano, che non stava mai dentro i confini.

Tu che avevi un pensiero profondo.

Profondo e gentile, gentile e profondo.

Ti chiamavi Attilia, e la chioma riccia dei tuoi capelli ingovernabili era lo specchio di quanto fosse fuori dagli schemi la tua vita, e pure il tuo metodo d’insegnamento. Ti abbiamo voluto bene, perché tante volte ci hai ricordato, tu più di tutti, il professor John Keating dell’‘Attimo Fuggente’: quello che rifiuta le convenzioni, quello che spiega sempre e solo a modo suo, quello che quando entra in classe, beh, ogni giorno è una sorpresa.

“Oggi parliamo di un cardinale che si chiama Joseph Ratzinger”, dicesti una mattina in seconda liceo. E tutti pensammo: “E che cavolo, ora si mette a far l’ora di religione?”. Ma siccome ogni volta che entravi in classe, era una sorpresa, ci svelasti l’aspetto laico di uno dei più importanti intellettuali del Novecento. Anni dopo, quando diventò Benedetto XVI, quella sera che si affacciò dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, in tanti pensammo a te, che ce lo avevi fatto conoscere molto, ma molto tempo prima.

Quando frequentammo l’università, ci rendemmo conto quasi subito della fortuna che avevamo avuto al liceo: perché professori come te, come Fabiano, come la Pieraccini e la Palumbo erano talmente di talento da sembrar quasi sprecati, dentro le aule di una scuola superiore, che avrebbero meritato ben altri lidi e ben altre platee. Ma siamo sempre stati orgogliosi, sì orgogliosi di esserceli meritati noi, e forse non sempre si potrà dire il contrario, ma almeno un po’, anche oggi, lo speriamo.

Arrivavi da lontano, sì: da lontano come pensiero, e da lontano come casa, tu che tutti i giorni ti facevi Recco-Genova Pegli andata e ritorno in treno, eppure non hai mai bucato una lezione, non hai mai perso un appuntamento.

“Ho visto la Giuffra”, ti saluta, era la frase che ci dicevamo spesso, una volta dopo il diploma, con tanti altri ‘mazziniani’. Perché sì, ti ricordavi di tutti, chiamavi tutti per nome, e sapevi alla perfezione le strade che avevamo preso.

Spesso chiudevi gli occhi, aggrottavi la fronte e ti portavi le mani in mezzo ai capelli: pensavi, pensavi e pensavi, e noi capivamo in quel momento che non avremmo mai potuto esser così intuitivi, non avremmo mai avuto la tua stessa capacità di approfondimento, non saremmo mai entrati così appieno nei meandri dei pensatori.

Ponevi il problema filosofico e ci lasciavi parlare: c’era chi provava a venirti dietro, chi si perdeva, chi faceva una battuta, subito rintuzzata da un tuo sorriso. Era divertente, far lezione così, divertente e coinvolgente.

Amavi gli stoici e meno Epicuro, amavi Aristotele e meno Platone, amavi Sant’Agostino, e poi Hegel e meno Kant, e poi tantissimo Schopenhauer, e poi tantissimo Fichte, e poi tantissimissimo Leibniz e Spinoza. L’ultima lezione la ricordo ancora adesso: era stata su Wittgenstein, spettacolare come al solito. Poi ci avevi salutato e fatto gli auguri per gli esami di maturità.

Ti avevamo vissuto dentro, tantissimo, ci avevi abitato dentro, tantissimo. Ma anche fuori, in occasione di quella bella gita scolastica a Ravenna. Nessuno si aspettava che saresti venuta. E anche quella volta, invece, ci avevi sorpreso.

Attilia Giuffra se n’è andata ieri, all’età di 68 anni. Non è solo una professoressa che è mancata. Quando se ne va un professore che hai amato (perché è questa la parola giusta), che abbiamo amato, se ne va pure un pezzo di vita, lasci lì un pezzo di cuore. Ma capisci anche che il Tempo, pure quando passa, non è passato invano, se sulla tua strada hai incontrato delle persone straordinarie.

Schopenhauer diceva che la malinconia attira, la noia respinge. Possiamo dire che con te non ci siamo mai annoiati, ma che ora ci attira tanta malinconia.

Un abbraccio caloroso a tutti i familiari della professoressa. Il funerale si terrà lunedì 31 maggio, alle ore 10,30, presso la chiesa parrocchiale San Giovanni Battista di Recco.

Quando ci salutavamo, dicevi sempre: “Fammi avere tue notizie”.

Adesso avrai notizie di tutti, sempre fresche.

Ad maiora, professoressa Attilia.