Chiavari: "Reddito cittadinanza, occasione di inclusione mancata" - LevanteNews
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Chiavari: “Reddito cittadinanza, occasione di inclusione mancata”

Dal Mu5S Chiavari riceviamo e pubblichiamo

A Chiavari sono residenti più di trecento i  nuclei familiari che beneficiano del reddito di cittadinanza.
Il Decreto Ministeriale (149/2019) che ha  ha definito l’attivazione dei lavori di pubblica utilità (definiti “Puc”: progetti utili alla comunità) che i beneficiari di reddito di cittadinanza devono obbligatoriamente effettuare presso il Comune di residenza ormai si avvia verso i due anni dalla sua promulgazione.
Di tali progetti utili con questo atto i Comuni possono avviarne la progettazione e definire le attività che i beneficiari del reddito vanno a svolgere, considerando che i Puc possono essere svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.
L’impegno richiesto ai beneficiari di Rdc va da un minimo di 8 ore a un massimo di 16 ore settimanali;
I Comuni sono responsabili dei lavori di pubblica utilità e li possono attuare in collaborazione con altri soggetti. Oltre a un obbligo, e ad una risorsa importante per i comuni, i Puc rappresentano un’occasione di inclusione e crescita per i beneficiari e per la collettività.
Il “progetto” comporta l’organizzazione di attività – da parte dei Comuni e degli altri soggetti coinvolti nella attuazione dei progetti – non sostitutive di quelle ordinarie, legate alla individuazione di uno specifico obiettivo da raggiungere in un intervallo di tempo definito, attraverso la messa in campo di risorse umane. Il progetto può riguardare sia una nuova attività sia il potenziamento di un’attività esistente.
Sono da inquadrare nell’ambito sociale: le prestazioni sanitarie e sociosanitarie, la cooperazione allo sviluppo, l’agricoltura sociale e la tutela dei diritti.  Sono da inquadrare nell’ambito culturale: l’organizzazione di attività turistiche e la radiodiffusione sonora a carattere comunitario.  Sono da inquadrare nell’ambito formativo: la promozione della cultura della legalità e della non violenza e le attività sportive e dilettantistiche. È da inquadrare nell’ambito ambientale la protezione civile.

Esperienze negli altri comuni italiani :
Segnaliamo all’ amministrazione comunale che è disponibile sul sito RdC Operatori, la pubblicazione Puc: spunti per la progettazione – Esperienze nei Comuni italiani, una pubblicazione a cura dell’A.n.c.i., della Banca Mondiale e del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La pubblicazione è una raccolta di esperienze, già realizzate o in corso di realizzazione su tutto il territorio nazionale, volte all’inclusione socio-lavorativa di persone e/o nuclei familiari in condizione di disagio attraverso forme di volontariato, cittadinanza attiva, lavoro protetto ed altro, realizzate nei Comuni, anche con l’apporto di Enti Pubblici e di Soggetti del Terzo Settore. L’obiettivo è mettere a fuoco processi e buone pratiche affini alla logica dei Puc che possano accompagnare la progettazione dei Puc sia nella fase di ideazione sia in quella di sviluppo ed attuazione.
Una raccolta di esperienze e buone prassi già realizzate o in corso di realizzazione su tutto il territorio nazionale, attraverso forme di volontariato, cittadinanza attiva, lavoro protetto ed altro, attuate nei Comuni, anche con l’apporto di Enti Pubblici e di Soggetti del Terzo Settore, assimilabili per uno o più aspetti ai principi cardine dei Puc.

Alcuni esempi:
Nel comune di Montalto il progetto ”L’amico della porta accanto” che fornisce ad anziani e disabili supporto e compagnia nelle loro case, favorisce la loro partecipazione alla socialità negli spazi pubblici per migliorare la qualità dei servizi sociali nel territorio.
Nel comune di Reggio Emilia il progetto ”Facilitazione digitale negli uffici pubblici” volto  all’alfabetizzazione e inclusione digitale. Fornisce supporto a chi non ha conoscenze e competenze digitali per utilizzare i servizi ed i portali online della P.A.
Sempre nel comune di Reggio Emilia  il progetto ”Noi insieme per il museo” che ha la finalità di potenziare il personale di vigilanza, presidio, assistenza al pubblico delle sedi museali:

Al comune di Torino il progetto ”Tu e la tua biblioteca” che fornisce aiuto al personale della biblioteca nei seguenti ambiti: collaborazione con il personale della biblioteca nelle attività ordinarie, iniziative culturali e promozione della lettura per adulti; accoglienza del pubblico in occasione di iniziative e incontri nelle biblioteche; orientamento all’uso della biblioteca; attività di promozione della lettura o di prestito libri e riviste presso alcune strutture sanitarie (per es. ospedali, consultori e studi pediatrici).
e poi ci sono esempi di utilizzo di progetti a titolarità dei comuni ma con la partecipazione di altri soggetti: ad esempio nel comune di Milano il progetto ‘ Volontari energia per Milano”. Il progetto si propone di valorizzare l’appartenenza al territorio dei cittadini, attraverso la promozione e il sostegno di attività di volontariato civico, occasionale ed episodico, in particolare per attività ed eventi realizzati nei quartieri. Si propone inoltre di consolidare e rafforzare il grado di attivazione di alcune Direzioni del Comune di Milano e di alcuni soggetti esterni che propongono attività ed eventi di rilevanza cittadina.
E poi ancora a Padova ”Mi riscatto per Padova”, un protocollo d’intesa con casa di reclusione, a Reggio ”Scodinzolando si impara” per la cura ed accudimento dei cani presenti nel rifugio. A Crotone ”Genitori ripuliamo le scuole” per effettuare la manutenzione ordinaria dell’immobile sede della scuola dell’infanzia attraverso il coinvolgimento attivo di genitori e volontari del territorio.
E moltissimi altri… basta volerlo.
Insomma la morale è questa: l’amministrazione chiavarese che  ha ricevuto somme importanti da parte dello stato per l’ inclusione  e la solidarietà sociale ha a sua disposizione anche molti percettori di reddito di cittadinanza da utilizzare per i presidio di alcuni beni cittadini, (Villa Rocca, i parchi cittadini, le aree verdi) oppure per contributi vari che però vanno progettati per coinvolgere le risorse umane. Perché le risorse sono consistenti  in questo caso (circa 300 persone) che devono dare un  contributo che va da un minimo di 8 ore a un massimo di 16 ore settimanali.
Insomma è facile distribuire i buoni per l’acquisto  del cibo del Fondo Solidarietà Alimentare che manda il governo, ma bisogna anche saper progettare i servizi che possono venire utili alla cittadinanza.

Ci auguriamo quindi che dopo quasi due anni dall’attivazione del decreto, presto il Comune riesca a presentare presto qualche progetto che possa coinvolgere una parte dei trecento concittadini che ha a disposizione e di cui ne ha utilizzato finora: zero.

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