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Rina, firmato l’accordo sullo smartworking

I sindacati: "La trattativa ha portato al riconoscimento del buono pasto anche al personale in smart e la flessibilità dell'orario in entrata"

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E’ stato siglato nella giornata di lunedì scorso tra Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti e il Rina, l’accordo sullo smartworking. La trattativa, avviata a fine 2019, ha subito una battuta d’arresto a causa della pandemia, ma oggi è giunta finalmente a conclusione.

“Diversi sono gli elementi qualificanti dell’intesa che riguarda circa 1.600 dipendenti a livello nazionale e che entrerà in vigore dal 1 aprile 2021. L’accordo definisce la volontarietà dello smartworking, ovviamente al netto di situazione emergenziali come quelle occorse con il covid, e la possibilità di scegliere il periodo di utilizzo (6, 8 o 12 giornate al mese). Inoltre è stato inserito il “diritto alla disconnessione”, che meglio definisce l’orario di lavoro con le indicazioni circa lo spegnimento dei dispositivi informatici e telefonici”.

“La trattativa ha portato anche al riconoscimento del buono pasto anche al personale in smart e la flessibilità dell’orario in entrata, con una fascia oraria prevista tra le 7,30 e le 10. Al fine di rendere permessi e congedi parentali effettivamente esigibili, è stata definita in modo più compiuto la loro fruizione, con una penalità prevista sia per chi non li utilizza sia per l’Azienda che non li dovesse concedere. L’ipotesi di accordo è stata sottoposta al giudizio dei lavoratori che si sono espressi con un referendum online che ha prodotto l’84,2 per cento dei consensi e in due assemblee alle quali hanno partecipato circa 400 dipendenti con un gradimento all’accordo del 97 per cento”.

“Abbiamo portato a casa un buon risultato – commentano i Segretari di Filt Cgil Fit Cisl Uil Trasporti Enrico Poggi, Mauro Scognamillo , Giuseppe Nocerino – è stato un anno difficilissimo per tutti e mai come in questo periodo ci si è resi conto della necessità di definire regole efficaci ed esigibili, rispetto all’organizzazione del lavoro – e concludono – con lo smart working è cambiato tutto e c’era la necessità di ricontrattare regole e ridefinire perimetri completamente stravolti dalla pandemia”.

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