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Nove mesi 2020

Credit Agricole: il risultato netto è pari a 551 milioni di euro

Incremento dei finanziamenti a famiglie e imprese (+8% vs dic-19), dello stock di raccolta diretta (+7% vs dic-19) e del risparmio gestito

Giampiero Maioli

Sono stati resi noti oggi i risultati al 30 settembre 2020 del Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, che consolidano la capacità di produrre risultati positivi in maniera costante grazie a un modello di business equilibrato e diversificato, in un contesto di mercato che risente del rallentamento dell’attività economica condizionata dall’emergenza sanitaria del Covid19.

Crédit Agricole Italia ha conseguito nei primi nove mesi del 2020 un utile netto pari a 169 milioni di euro (-29% a/a), dato che include rettifiche straordinarie su crediti a fronte della crisi Covid-19. Il risultato sarebbe pari a circa 200 milioni, escludendo il contributo al Fondo di Risoluzione (FRU) e gli oneri straordinari sostenuti per la gestione dell’emergenza sanitaria.

Sostegno a imprese e famiglie
Sono stati messi a disposizione 11,6 miliardi a quasi 105 mila clienti tra moratorie, prestiti e finanziamenti garantiti dallo Stato, di cui circa 2 miliardi già erogati. Nei primi nove mesi dell’anno, il Gruppo ha inoltre concesso oltre 37.000 prestiti relativi al DL Liquidità, di cui l’89% con importo fino a 30 mila euro, e proseguito il protocollo di collaborazione con SACE “Garanzia Italia”, volto a sostenere la ripresa del comparto produttivo. Il terzo trimestre evidenzia lo slancio dell’attività commerciale avviato nel mese di giugno, con produzione mensile tornata ai livelli pre-crisi. In particolare, l’andamento dei nuovi prestiti per acquisto abitazione riflette il ritorno ad una produttività ante-Covid con il mese di settembre in crescita rispetto al 2019 (+7% a/a) e con un trimestre globalmente stabile rispetto all’anno precedente. Positivo anche l’andamento del comparto bancassurance con produzione di nuove polizze danni che, nel mese di settembre, registra un aumento del 12% rispetto a settembre 2019. La spinta commerciale si riflette sulla crescita dei volumi: rispetto a dicembre 2019 lo stock degli impieghi aumenta del +8%, la raccolta diretta del +7% e il risparmio gestito del +2%1 con collocamenti di risparmio gestito che, nel mese di settembre, registrano la seconda miglior performance da inizio anno.

Ripresa dei ricavi e contenimento degli oneri
La ripartenza dell’attività commerciale si accompagna ad una ripresa della redditività, con ricavi che nel terzo trimestre tornano ai livelli dell’anno precedente e con il mese di settembre che registra un aumento del 5% rispetto allo stesso mese del 2019, trainati in particolar modo dalle commissioni di Wealth Management. Prosegue il contenimento degli oneri grazie alle azioni di efficientamento e razionalizzazione. I costi operativi ordinari, escludendo il contributo ai fondi sistemici ed i costi straordinari legati all’emergenza Coronavirus, registrano un calo del 3,0% a/a nonostante ammortamenti in aumento a seguito della crescita degli investimenti a supporto del business.

Impegno per le persone e la formazione
Per continuare a fronteggiare l’emergenza, la Banca ha mantenuto attivi tutti i protocolli di salute e protezione per garantire la sicurezza di colleghi, clienti e cittadini, mettendo a disposizione gratuitamente per tutto il personale i dispositivi di protezione individuale e la possibilità di effettuare il test sierologico su base volontaria. La Digital Academy, la piattaforma di formazione online interna, ha erogato nei primi 9 mesi del 2020 quasi 400 mila ore formative, con il coinvolgimento della quasi totalità della popolazione aziendale per circa 40 ore di formazione pro-capite in media. Sono a disposizione di tutti i collaboratori circa 600 corsi e 41 aree tematiche, in grado di creare percorsi formativi online personalizzati, con 10 sezioni specifiche sulla soddisfazione del cliente attraverso corsi, pillole e schede sintetiche. Più di 1500 colleghi hanno aderito ai corsi Speex finalizzati all’apprendimento delle lingue straniere. Ha raggiunto l’80% il numero di collaboratori abilitati allo smart working, uno strumento che ha avuto un impatto estremamente positivo per quanto riguarda i rapporti sociali, la cultura d’impresa e l’organizzazione del lavoro, con quasi il 90% di apprezzamento da parte dei fruitori.

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