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Lettere/”Santa, Murder Mistery non andrà al cinema ma… “

Da Andrea Chiantore riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno,
mi chiamo Andrea Chiantore, da quasi 20 anni mi occupo di web e multimedia, con esperienze in Italia e in Inghilterra, attualmente grafico e responsabile web per Primocanale.
Nella mia vita lavorativa ho pesantemente messo le mani nel mondo delle immagini e della comunicazione e, pertanto, ci tengo a dare un’opinione, ritengo informata, sulla produzione di Murder Mistery a Santa Margherita.

A prescindere dall’incasso immediato sul territorio, una produzione del genere ha svariate ricadute.

1) Non andrà al cinema, ma…
E’ un film di Netflix, quindi non lo vedremo nelle sale, ma arriverà automaticamente nelle case di 125 milioni di utenti in tutto il mondo.
Abituiamoci a questi numeri e a questi metodi di distribuzione, visto che tutti i modelli previsionali mostrano come entro il 2050 praticamente ogni contenuto video sarà on demand.
Se tutte le major (a iniziare dalla Disney, quindi Marvel, Star Wars, ecc.) stanno muovendosi in questa direzione ci sarà un motivo.

2) Il ritorno di immagine
E’ vero, Santa Margherita non si chiamerà Santa Margherita nel film, ma questo non impedirà agli appassionati di andare a spulciare dove il film è stato girato.
Succede già adesso con la caccia ai set di Game of Thrones a Malta, o con la fila al Christchurch college di Oxford per vedere “la Sala Grande” di Hogwarts.
Come ricordato dallo staff di Netflix in conferenza stampa, città come Matera (in cui è stata girata la “Passione di Cristo” di Mel Gibson) hanno ottenuto un’enorme visibilità da una produzione internazionale, ed ovviamente nel film Matera è diventata Gerusalemme.
Ma non c’è solo il turismo da location, dobbiamo contare l’utilizzo e la diffusione delle centinaia di foto e video con la troupe e gli attori sui social media da parte degli ospiti della città (le prime già si vedono).
A questo aggiungiamo che produttori, attori, registi e tecnici scrivono tweet, post, storie di instagram e quant’altro, raggiungendo milioni di persone ovunque nel mondo.
Insomma, la visibilità non è solo il nome della location nei titoli di coda.

3) Il cinema è un’industria
L’industria cinematografica non è assolutamente solo Hollywood.
A parte il caso indiano con Bollywood (un vero mini universo cinematografico), a Londra è evidente come il cinema sia una delle attività trainanti della città (pare la terza, dopo finanza e turismo).
Il Canada ne ha fatto un business, in pratica se vedete una scena girata in un posto selvaggio e nevoso, siete quasi certi di essere vicino a Montreal.
Così la già citata Malta, così la Spagna.
E noi? Forse, pure noi! Genova e la sua provincia pullulano di ottime location, con un’elevatissima capacità di accogliere le produzioni, ma soprattutto con ottime maestranze, formate da decenni di lavoro “per Milano”, in grado di supportare e coadiuvare ogni esigenza di una produzione.
Proprio questo abbinamento “location + accoglienza + tecnici specializzati” è visto dalle produzioni internazionali come un vero valore aggiunto, prezioso come l’oro.
Quindi con l’arrivo di produzioni internazionali nel genovesato (Bollywood a Genova pochi mesi fa, Netflix proprio a Santa in questi giorni, una marea di spot e produzioni nazionali) forse potremo assistere ad una fioritura di nuove opportunità per un territorio massacrato dal crollo dell’industria tradizionale.
Chiaro che è un azzardo, ma di quelli che ogni imprenditore è abituato a fare ogni giorno, chiaro che nulla è sicuro e certo, ma immaginarsi una Liguria ed un Tigullio, tra una decina di anni, in cui i nostri figli possano dedicarsi ad una carriera nel mondo del multimedia (non necessariamente solo del cinema, ma con l’avvento delle nuove connessioni, a partire dal 5G, ci aspettiamo tutti un boom della fruizione dei contenuti video) mi sembra un motivo più che valido per accettare, con un sorriso, quella che potrebbe essere per il territorio una grande opportunità.

Andrea Chiantore