Camogli: "Geppetto e Geppetto: una storia di famiglia"  - LevanteNews
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Cultura e Spettacolo

Camogli: “Geppetto e Geppetto: una storia di famiglia” 

Da Enrica Guidotti riceviamo e pubblichiamo

“Il desiderio di essere genitori da parte di tante coppie omosessuali fa crescere nella società nuove domande e noi siamo orgogliosi di fare il nostro lavoro di teatranti dando loro voce”. Tindaro Granata ha presentato così il suo spettacolo Geppetto e Geppetto, in scena stasera al Teatro Sociale, dialogando nel foyer del Teatro con Stefano Musso, rappresentante dell’Associazione Famiglie arcobaleno e del coordinamento Liguria Raimbow in un incontro aperto al pubblico promosso dagli Amici del Teatro Sociale Camogli.

Sono circa 500 in Italia i nuclei familiari costituiti da persone dello stesso sesso che hanno deciso di avere un figlio grazie alla procreazione Gpa (Gestazione per Altri), in Liguria una trentina. “Qualche volta noi stessi ci spaventiamo del coraggio di aver intrapreso un percorso che va contro le leggi italiane – ha detto Musso, papà insieme al suo compagno Giovanni del piccolo Alessandro – C’è un bisogno di identità che è molto umano, per noi è stato importante avere il sostegno dei nostri familiari, è quello che ci ha permesso di percorrere un cammino di affetti e di sicurezza in noi stessi”.

Tindaro Granata ha rivelato che il pensiero di recitare davanti a delle persone che hanno fatto queste scelte è la cosa più difficile: “Ci sono scelte artistiche che determinano anche un pensiero civile. Siamo felici di mettere in scena uno spettacolo dallo stile molto semplice, fatto di tutto quello che si sente dire su questo tema. Si crea una speciale empatia col pubblico, sul palco riusciamo a percepire tutto quello che avviene in sala”. Si ride tanto, guardando Geppetto e Geppetto, che rappresenta bene la confusione su temi come la stepchild adoption o la maternità surrogata, senza proporre tesi preconfezionate o prese di posizione in uno o nell’altro senso.

Si pensa tanto, anche, di fronte alla storia di Luca e Tony – interpretati dallo stesso Granata e da Paolo Li Volsi – che decidono di avere un bambino e prima si scontrano con i dubbi e la diffidenza di chi sta loro intorno (“Avete pensato a come vivrà questo bambino?”, “Sarà senza mamma e questo non è normale”…), poi con la gioia spensierata della nuova famiglia, le sue abitudini e i suoi affettuosi rituali, fino a che la morte precoce di uno dei due uomini mette di fronte padre e figlio a una legge che in caso di morte del padre biologico non riconosce il compagno come genitore del bambino. Divenuto un adolescente, il figlio contesta duramente il padre e le sue scelte, proprio come avverrebbe in qualsiasi altra famiglia.

Non è nuovo a temi “scottanti” l’autore-attore siciliano, che con Geppetto e Geppetto completa una trilogia dedicata ai legami familiari: prima raccontando la sua infanzia in un paesino della Sicilia popolato da anziani che gli hanno trasmesso la loro memoria storica (Antropolaroid), poi un caso di pedofilia realmente accaduto a Perugia, che al giovane drammaturgo è servito per parlare della solitudine della nostra società e della difficoltà di chiedere aiuto (Invidiatemi come io ho invidiato voi). Tanti ragazzi e famiglie hanno applaudito stasera lo spettacolo, uscendo dal Sociale con tante domande e forse un punto di vista nuovo sulle coppie omosessuali che hanno fatto come Geppetto nella favola di Pinocchio: tutti lo prendevano per pazzo ma lui era felice col suo figlio di legno. Nessun lettore di Pinocchio ha mai pensato che quella non fosse una famiglia a tutti gli effetti.

 

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