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L’uomo che ama il mare pulito

di Consuelo Pallavicini

Angelo Verdina. Lavora nel settore ambientale (pulizia del mare) con grande energia e passione dal 1984, anno in cui portò in Italia il primo Pellicano (un battello ecologico). Dopo aver lavorato diversi anni presso il Consorzio del Porto di Genova, all’inizio come privato, ha lasciato l’incarico per divenire responsabile, dal 2001, del settore mare per la ditta privata trentina  “Alto, interventi ambientali”,  che ha aperto una sede a Camogli. 

Da cosa nasce la sua grande attenzione all’ambiente?

All’inizio da esigenze di lavoro, poi sono subentrate  la coscienza e la passione. Allora  ho incominciato ad informarmi e a cercare le migliori tecnologie a disposizione per riuscire a lavorare meglio. Pulire il mare non è semplice: sia da idrocarburi, sia da macrorifiuti. Occorre sporcare meno e pulire più efficacemente. 

Per il secondo anno consecutivo è stato istituito, da Camogli a Moneglia, il servizio di pulizia del mare dai rifiuti galleggianti mediante cinque battelli ecologici. Come sta andando?

Stiamo raccogliendo molto materiale: dal 15 al 30 giugno 5.000 chilogrammi e nel mese di luglio circa 13.000. Sono molti, se consideriamo il fatto che l’anno scorso, in due mesi, abbiamo “ripescato” 12.000 chilogrammi. Ma occorre tener conto che quest’anno è piovuto molto. 

Che tipo di rifiuti trovate?

Principalmente legname, ma anche tanta plastica. Si dà spesso colpa alle correnti, che vanno da levante a ponente, e alla Toscana, ma noi purtroppo troviamo spessissimo sacchetti di plastica dei supermercati della zona. Noto, comunque, che il golfo del Tigullio è molto più sporco del golfo Paradiso: questo perché il Tigullio ha due fiumi, il Boate e l’Entella, che riversano in mare. 

Angelo Verdina

Angelo Verdina

Recentemente Punta Chiappa è stata dotata di un parco boe, di cui lei si occupa. Quanti posti avete?

Abbiamo 50 posti per imbarcazioni fino a 24 metri. Quando abbiamo istituito il parco boe abbiamo deciso di contenere i prezzi, soprattutto per le imbarcazioni meno grandi. 

Sta avendo successo?

Sì, vengono giornalmente parecchi diportisti e tutti sono soddisfatti. Il parco boe è importante perché permette di preservare il fondale, ricco di posidonia, che è molto importante nell’ecologia della fascia costiera perché, oltre a fissare il fondo impedendone l’erosione, produce ossigeno ed è l’habitat di molti pesci, crostacei e molluschi. Gettando e levando l’ancora si rischia di strappare dei ciuffi. Il servizio, poi, crea anche un indotto: chi giunge a Punta Chiappa e attracca comodamente può fermarsi a un ristorante o visitare il Museo della Pesca, inaugurato pochi giorni fa. 

Un progetto per Camogli che vorrebbe veder realizzato

L’ampliamento del porto. Ma sembra impossibile realizzarlo: è bloccato dalla volontà di alcuni di non farlo.  Ma spero sempre. Più semplicemente troverei giusto far pagare l’ancoraggio agli yacht che attraccano nel nostro golfo, naturalmente non alle piccole imbarcazioni. E’ ovvio che a fronte di un pedaggio bisognerebbe offrire dei servizi: nel biglietto potrebbero essere inclusi il gommone che porta a terra, la visita ai musei, il ritiro della spazzatura mediante i battelli ecologici o, come già facciamo a Bordighera, con un eco-atollo che viene svuotato la sera. La nostra zona, con l’Area Marina Protetta e il Parco del Monte di Portofino, va valorizzata perché è di grande valore ambientale.