Recco, il ritorno delle Br - LevanteNews
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Recco, il ritorno delle Br

Secondo gli investigatori avevano progettato un attentato in vista del G8, quando ancora era previsto si svolgesse alla Maddalena. Tra le nuove Brigate rosse due soresi.

 Massimo Porcile, 39 anni, agricoltore abitante a Sussisa di Sori (dove viveva da sempre), noto nel Golfo Paradiso dove distribuiva il latte ed era considerato nulla più di un tipo eccentrico. Incensurato. In uno scantinato gli sono state sequestrate armi e documenti.

Gianfranco Zoja, 55 anni, piccolo imprenditore edile che da Sori si era trasferitio a Recco in via Carbonara; sposato ha una figlia; un burrascoso passato di brigatista con un espatrio in Francia e l’arresto per appartenenza a banda armata; mai dissociato e considerato l’ideologo della nascente colonna genovese.

Recco sembra avere un rapporto fatale con il terrorismo, vero o presunto. Durante gli anni di piombo le Brigate rosse avevano a Recco ben due covi, uno in via Assereto (Palazzo Massone) ed uno in piazzale Olimpia dove accoglievano e vagliavano anche le nuove reclute. Le Br, infatti, non hanno mai scelto covi isolati ed il caso di Sussisa costituisce un’eccezione. La vecchia discarica dei rifiuti in valle della Ne  (attigua all’area di sosta dell’A-12) era stata scelta per il rilascio di un dirigente dell’Ansaldo sequestrato dalle Br.

Recco non ha avuto a che fare solo col terrorismo rosso, ma anche quello nero della Rosa dei Venti che portò all’arresto dell’avvocato recchese Giancarlo de Marchi la cui responsabilità non fu però mai provata.