Riapre il Covo di Nord Est - LevanteNews
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Riapre il Covo di Nord Est

Un mito. Il Covo di Nord Est degli anni Trenta e poi quello del boom economico degli anni Sessanta, quando ai sammargheritesi luccicavano gli occhi al solo vedere le lussuose auto e gli abiti delle signore che approdavano al famoso locale. Il Covo riapre i battenti sotto la gestione di Stefano Rosina, considerato il re delle serate genovesi. Il locale è stato ristrutturato, valorizzando il più possibile la struttura originale. Oltre la discteca, uno stabilimento balneare con 80 cabine, cinque bar, due ristoranti. Potrà ospitare anche feste private, convegni e convention.

 La gestione, pur tenendo conto delle mutate esigenze e mode,  si ispirerà a quella dei tempi d’oro, antecedente gli anni Settanta, quando, nonostante i grandi nomi dello spettacolo che vi approdavano, si registrò un lento ma inesorabile declino con la fuga dei clienti più noti. Tra i tanti episodi un balletto dei travestiti genovesi che fece scandalo o l’interruzione dello spettacolo di Patty Bravo che, alla vista di un cameriere che continuava a servire drink, abbandonò bestemmiando la pedana. Ma furono le frequenti risse avvenute all’esterno, l’uso e abuso di alcol e sostanze stupefacenti a determinare la fine del Covo e inchieste che coinvolsero nomi di insospettabili..

Il primo ad aprire i battenti, fu il “Covo di Sud Ovest”,  poi ribattezzato “Carillon”, grazie alle capacità intuitive e manageriali di Santino Repetto e Gianni Nava; tra i presenti all’inaugurazione avvenuta nel 1936, vi era anche Pietro Badoglio. Repetto e Nava, ceduto il primo Covo, misero gli occhi sull’incompiuta villa Franchini che con l’aiuto dei noti architetti Mario Sironi e Giorgio Severi trasformarono in una locale da ball: il “Covo di Nord Est”, ribattezzato poi, per volere del regime,  “Capo di Nord Est”.