USCIO – Antichi sentieri, con il ciottolato di pietre consunte più dal degrado degli ultimi quarant’anni che dall’usura del tempo. La festa dei Ciappaieu al passo dei Casetti è soprattutto un omaggio al passato, al paese, alla sua storia. Sino alla meta del secolo scorso la ripida mulattiera veniva percorsa non da turisti desiderosi di trascorrere una giornata diversa, bensì’ da cavatori d’ardesia intenti a raggiungere le numerose cave dei Fighetti poste sulle pendici del monte Tugio. Il “passo” era sicuramente più lesto e spedito dei gitanti della domenica e la schiena ingobbita da anni di duro lavoro.
Due alberi di ciliegio, ormai mezzi rinsecchiti, annunciano l’arrivo in vetta. Nel 1955 i cavatori decisero di realizzare l’edicola votiva incastonata nella roccia in onore della Madonna. Ironia della sorte, nel giro di pochi anni, il mestiere del cavatore andava a scomparire, inghiottito dal boom economico e dal miraggio della città. Gli uomini passavano dal freddo e umido delle cave al calore dell’altoforno dell’ Italsider di Cornigliano. La vita non migliorava di molto, l’unica certezza era lo stipendio alla fine del mese. A fianco del sentiero dove cresceva rigoglioso il granoturco ormai solo rovi, sterpaglie e campi incolti. La festa dei Ciappaieu per gli usciesi rappresenta un tuffo nei meandri della memoria, pieno di nostalgia e ricordi legati al secolo scorso. Guerra, miseria,lavoro, nei ricordi di quanti, purtroppo sempre meno, hanno vissuto quei tempi andati e lontani. Ieri, grazie alla Pro Loco di Uscio, la festa è diventata un momento d’incontro ed allegria in vetta al monte che divide il Golfo Paradiso dalla Fontanabuona.
La gente giunta alla spicciolata sino dalle prime ore del mattino ha assistito alla messa celebrata dal parroco di Tribogna don Giancarlo Danami. Poi il consueto pic nic mentre sciami di aquiloni si libravano in cielo. La bella giornata di sole, disturbata solo da una leggere brezza marina, ha favorito la partecipazione di quanti hanno voluto calcare lo storico percorso. Realizzato grazie al lavoro ed alla fatica dei cavatori, l’attività principale per secoli degli uomini di Uscio.