Da Umberto R. riceviamo e pubblichiamo
Leggo spesso di interventi, opinioni, segnalazioni, amici o comitati sul Parco di Portofino, non ultimo di bikers o di rifiuti degli escursionisti.
Ma il problema più importante per la salvaguardia dell’ambiente, detto da chi ci abitata e ci si confronta quotidianamente, sono gli ungulati di cui nessuno, in concreto, sembra farsi carico.
Il millenario sistema di muretti a secco, di canalatura delle acque nei fossati, è ormai tutto distrutto ed ad ogni pioggia consistente l’acqua trasforma le fasce in cascate ed i sentieri in torrenti, trasportando pietre, rami e quant’altro con conseguenze ben note.
Capisco che il problema anche ideologicamente non sia facile.
La natura ci ha regalato un paradiso, i nostro vecchi nei secoli scorsi lo curavano con fatica inumana e con i pochi mezzi che avevano.
Oggi nei boschi il degrado e l’abbandono regna sovrano, piante divelte, tronchi sradicati soffocati da fitte ed impenetrabili muraglie di rovi e di edera dove i cinghiali continuano la loro opera di distruzione.
E’ giusto così?







